Peppino e l’erba magica dei leoni – Italo Calvino

Una fiaba d’amore, magia e avventure: Peppino e Mariaorsola affrontano separazioni, malattie e rapimenti.

C’era una volta un falegname di nome Mastro Antonio, che non era ricco, ma aveva una figlia bellissima chiamata Mariaorsola. Per paura che qualcuno volesse portargliela via, il falegname non la lasciava mai uscire di casa.

Davanti la sua bottega, abitava un ricco mercante, che aveva un figlio di nome Peppino. Un giorno, il ragazzo venne a sapere che Mastro Antonio aveva una figlia bellissima e decise di trovare un modo per poterla conoscere, così si recò dal falegname e gli disse:

“Mastro Antonio, potreste farmi un tavolo?”

“Portami il legno,” rispose il falegname, “e io te lo farò, perché non ho soldi per comprarlo.”

Peppino allora portò il legno in segreto, senza che i suoi genitori lo sapessero, e cercò di sbirciare dentro la casa, ma non vide mai nessuno.

Un giorno, Mariaorsola, pensando che il ragazzo fosse andato via, scese le scale per andare in bottega, e Peppino che si trovava dietro una vetrina uscì fuori e la vide per la prima volta. Fu amore a prima vista!

“Mastro Antonio,” disse Peppino, “voglio sposare Mariaorsola!”

“Figliolo, non scherzare con noi poveri! I tuoi genitori non lo permetteranno,” rispose il falegname.

“Non preoccupatevi di loro, io voglio solo Mariaorsola,” disse deciso Peppino.

Così i due giovani si sposarono in segreto, senza che i genitori di Peppino sapessero nulla. Ma la madre del ragazzo andando al mercato sentì dalla gente della strada, che suo figlio si era impegnato con una ragazza povera e corse dal marito a raccontare il fatto.

“Dobbiamo mandarlo via subito!” disse il mercante. “Lo faremo imbarcare per un lungo viaggio!”

Quando Peppino tornò a casa, il padre gli disse: “Devi partire per portare le nostre mercanzie in un altro paese.”

Il giorno dopo, Peppino salutò Mariaorsola, le lasciò dei soldi e le disse: “Aspettami, tornerò tra un anno.”

Mariaorsola triste per la partenza del ragazzo era inconsolabile, tanto che, non appena Peppino partì, cadde in un sonno profondo dal dispiacere.

Dopo un anno, Peppino tornò, ma quando chiese di Mariaorsola, gli dissero che era gravemente malata e sentendo quella notizia, si ammalò dal dispiacere pure lui.

Gli amici di Peppino, che erano gli unici a sapere del matrimonio, andarono dal dottore e gli svelarono il segreto: “Lui è sposato con Mariaorsola e soffre per lei!”

Il dottore lo disse ai genitori di Peppino. “Se vogliamo salvarlo, dobbiamo portargli Mariaorsola,” disse la madre.

La presero dal letto e la portarono da Peppino. La madre di Peppino disse:

Peppino guarda c’è Mariaorsola!

Sentendo il nome della sua sposa il ragazzo si destò e la chiamò. Al suono della voce di Peppino, Mariaorsola aprì gli occhi.
Quando i due giovani si videro, si sorrisero e pian piano guarirono insieme. Dopo poco tempo celebrarono le nozze ufficiali e vissero felici.

Ma un giorno Mariaorsola si ammalò di nuovo, gravemente. Prima di morire, disse: “Peppino, promettimi che reciterai una preghiera per me quando sarò sepolta.”

Peppino, triste e sconsolato, si dimenticò della promessa. Solo la notte si ricordò e corse in chiesa. 

“Sagrestano!  Mi sono scordato una promessa! Fammi la cortesia scendi!” Gridò da basso Peppino.

Il sagrestano scese e Peppino continuò “Aprimi la tomba di mia moglie e ti darò dieci scudi!”

 “Come faccio? E se lo scoprono?” Disse il sagrestano

“Non lo saprà nessuno. È buio.” Lo tranquillizza Peppino

Così gli aprì la tomba e lo lasciò solo, ma dopo un pò mentre stava pregando Peppino senti dei ruggiti, si voltò e vide due leoni entrare nella chiesa. Le due bestie iniziarono a lottare tra loro, uno morse l’altro, più e volte finché non lo uccise. Il leone vivo andò a strappare dell’erba speciale e la strofinò sui denti del leone morto, e questo tornò in vita!

Peppino pensò: “E se funzionasse anche con Mariaorsola?” 

Finita la preghiera, prese un po’ di quell’erba e la strofinò sulle labbra di Mariaorsola. Lei si svegliò e disse: “Ma come hai fatto Peppino?!”

I due si abbracciarono, lui l’avvolse nel suo mantello e felici, pronto per riportare Mariaorsola a casa.

“Cos’è che fai? Porti via la defunta?” disse il sagrestano.

“Lasciami andare, che mia moglie è viva!” Rispose Peppino

La portò a casa, la mise a letto, e la copri con tante coperte, poi s’addormentò accanto a lei.

Saranno state le sette quando la mamma andò a bussare alla porta. 

“Chi è? “ chiese  Mariaorsola.

A sentire la voce della morta la suocera si spaventò, cadde dalle scale, batté il capo e morì.

Dopo un po’ andò la serva, bussò, e Mariaorsola disse: “Chi è? Siete sempre lì a bussare?”

Anche la serva si spaventò, cadde dalla scala e batté il capo e morì.

Quando si svegliò Peppino, Mariaorsola gli disse: “In questa casa non si può dormire. Bussano sempre dalla porta!”

“E tu hai risposto?” Chiese Peppino

“Sì che ho risposto.” Confermò Mariaorsola

“Cos’hai fatto? Loro credono che tu sia morta!” Gridò Peppino

Peppino aprì la porta e vide la madre e la serva morte in fondo alla scala. “Ah! Che disgrazia è successa!” 

E con l’erba miracolosa dei leoni fece ritornare in vita le due donne.

Quando era malata, Mariaorsola andava a pregare in una chiesa lontana, così una mattina chiese al marito di accompagnarla in chiesa.

Si misero in viaggio, ma dopo un po’, lei disse: “Peppino, ho dimenticato l’anello sul davanzale.”

“Non importa lo prenderei al ritorno” disse lui.

“No, vallo a prendere, che se viene un po’ di vento lo butta giù” insistette Mariaorsola.

“Vado, ma tu, mi raccomando, non t’avvicinare al mare, perché c’è la barca del Re di Moscovia.” E tornò indietro.

Mentre Peppino tornava a casa, Mariaorsola decise di scendere dalla carrozza per prendere un pò d’aria, ma inciampò sul gradino, e sbattendo la testa e svenne. Poco più in là la nave del Re di Moscovia, era appena arrivata in porto e tutti erano scesi per fare provviste. Il Re si avvicinò alla carrozza, vide Mariaorsola a terra svenuta e le prestò soccorso portandola sulla sua nave che poi salpo per Moscovia.

Quando Peppino tornò, non la trovò più. Disperato, si mise in viaggio per cercarla. Dopo mille avventure, arrivò in Moscovia ed è lì che ritrovò Mariaorsola vestita da regina. Lei non lo riconobbe, poiché la botta in testa le aveva fatto perdere la memoria, e credendo che Peppino avesse brutte intenzioni perché continuava a fissarla, per allontanarlo ordinò che fosse accusato di furto e richiuso.

Ma Peppino, dopo mesi di prigionia, riuscì a scappar e arrivò nel regno di Sette Corone, dove il suo Re era in lutto per la Regina appena morta. Allora Peppino chiese di rimanere solo con il Re e la Regina, strofinò l’erba sulla defunta e l’anziano Re, grato per aver salvato la sua Regina con l’erba miracolosa, gli donò il suo trono.

Quando ci fu la grande festa per l’incoronazione, vennero molti Re, incluso quello di Moscovia con Mariaorsola. Peppino la vide e, durante il banchetto, raccontò la sua storia. Mariaorsola, sentendo il racconto, si ricordò di lui e si gettò tra le sue braccia, chiedendogli perdono.

Il Re di Moscovia, una volta ascoltata la storia di Mariaorsola e Peppino, capì che non poteva tenerla con sé e la lasciò andare.

Peppino e Mariaorsola tornarono finalmente a casa e vissero felici e contenti.

Morale

Il vero amore supera ogni ostacolo, e chi non perde la speranza troverà sempre una soluzione ai suoi problemi.

Nota: ispirata alla fiaba originale di Italo Calvino “L’erba dei leoni “(Nurra)

~Fine~
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Manu

Manu

Ciao sono Manuela e sono un insegnante di scuola materna. Leggere per me è un divertimento oltre che un modo per rilassarmi, sopratutto mi diverte drammatizzare le letture ai miei alunni cambiando talvolta le trame e i finali, o inventando storie per divertirli e appassionarli alla lettura, coinvolgendoli anche nella creazione. Amo viaggiare e tutto ciò che è musica.

-Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme. Insieme valgono di più.-
(Massimo Gramellini)

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