Penny, La bella addormentata

Una fata malvagia, indispettita per non essere stata invitata alla festa per la nascita della principessa, lancia su di lei una maledizione

C’era una volta, in un regno lontano, un Re e una Regina che, dopo tanti anni di attesa, finalmente avevano avuto una figlia, una bambina che chiamarono Penny. Era un giorno speciale, il giorno del suo battesimo, e il castello era addobbato di fiori e luci.

Il Re e la Regina decisero quindi di invitare le sette fate del regno per celebrare questo evento. Tranne una, che si pensava fosse morta.

Sei fate arrivarono tutte elegantissime nei loro abiti scintillanti, e ognuna con un potere particolare da donare alla piccola principessa.

La Fata della Bellezza, una donna dalla pelle di porcellana e gli occhi che brillavano come stelle, benedisse la bambina con una bellezza senza pari. La Fata della Saggezza, con un volto gentile e occhi profondi, le donò una mente acuta, capace di apprendere e comprendere ogni cosa. La Fata del Coraggio, alta e fiera, le regalò un cuore forte, capace di affrontare ogni sfida con determinazione. La Fata della Musica, dai lunghi capelli dorati, le fece dono di un’anima sensibile che avrebbe potuto suonare ogni melodia. La Fata della Gentilezza, con un sorriso che incantava, le donò la capacità di amare e rispettare tutti gli esseri viventi.

Le altre fate continuarono a fare i loro doni, e il regno sembrava davvero un posto perfetto per la piccola Penny; tuttavia, mentre la sesta fata, la Fata del Sorriso, stava per benedire la bambina con un sorriso che avrebbe illuminato ogni stanza, la porta del castello si aprì con un cigolio. Una vecchia figura, vestita di nero, entrò nella sala. Era una fata che nessuno aveva invitato, una fata che da molti anni si pensava fosse morta: Malusia, la Fata Malvagia.

Con passo lento e occhi pieni di rabbia, la Malusia si avvicinò alla piccola Penny. “Non mi avete invitato,” disse con voce gelida, “e ora pagherete per l’affronto.”

Il Re e la Regina, colti di sorpresa, cercarono di fermarla, ma era troppo tardi. La Fata Malvagia, con un gesto della mano, lanciò una maledizione sulla bambina: “Non appena compirà sedici anni, si pungerà con un fuso e morirà.”

Il castello tremò sotto l’effetto di quella maledizione e tutti si spaventarono. Ma una delle fate buone, la Fata della Speranza, si fece avanti e disse:

“Non posso annullare la tua maledizione, ma la principessa non morirà. Invece, cadrà in un sonno profondo che durerà cento anni, e solo un principe, che la amerà davvero, potrà svegliarla.”

Il Re, disperato, ordinò che tutti gli arcolai venissero distrutti e banditi dal regno, nella speranza che la maledizione non si avverasse mai. Ma il destino, come spesso accade, aveva già deciso.

Anni passarono e Penny crebbe bella, gentile e saggia, proprio come le fate avevano profetizzato. Quando raggiunse i sedici anni, una mattina, mentre esplorava le sale mai viste del castello, e la corte si preparava per la festa di compleanno, Penny incontrò Malusia. Travestitasi in una vecchia donna gentile, la fata malvagia stava filando con un fuso, e invitò la giovane a provare. Senza pensarci troppo, la principessa si punse il dito e crollò a terra.

Il castello, che per tanto tempo era stato gioioso e vivace, divenne silenzioso. La Fata della Speranza, arrivata in fretta, non poté fare altro che addormentare tutta la corte insieme alla principessa. Anche il Re e la Regina si addormentarono, in un sonno senza fine, mentre la piccola Penny rimase lì, in un sonno profondo, protetta dalla magia della fata.

Il castello fu avvolto da una fitta foresta, così impenetrabile che nessuno poteva avvicinarsi. Passarono cento anni, e il regno cadde nell’oblio.

Ma un giorno, un giovane principe di nome Rufus, giunto da un lontano regno, udì delle storie su una principessa addormentata e sul misterioso castello. Armato di coraggio e speranza, si avventurò nella foresta. Con stupore, vide la boscaglia che si apriva davanti a lui come se volesse mostrarli la strada. Rufus giunse al castello e, con passo deciso, entrò nella sala dove giaceva Aurora.

Al primo sguardo, il principe si innamorò di lei. Con un bacio sulle labbra, la svegliò dal sonno incantato. La bella addormentata aprì gli occhi e, vedendo il giovane davanti a lei, sorrise.

“Aurora,” disse il Rufus, “sei finalmente libera.”

Aurora, sorridendo timidamente, rispose: “E grazie a te, principe, sono di nuovo sveglia.”

Rufus e Penny si sposarono, celebrando un matrimonio grandioso. Ma il destino aveva ancora altre sorprese in serbo per loro. La madre del principe, infatti, un’orchessa malvagia discendente da una famiglia di orchi divoratori di bambini, era furiosa per il matrimonio segreto del figlio e per la nascita dei due nipoti: Aurora e Giorno.

Quando Rufus partì per una guerra, l’orchessa decise di sterminare la famiglia. Ordinò al cuoco di preparare un banchetto e di servire i nipoti per cena. Ma il cuoco, astuto e fedele, ingannò la madre del principe: sostituì i pargoli servendo un agnello e una capretta al loro posto. Il piano di morte fu vanificato, ma l’orchessa non si arrese.

Infuriata, ordinò che i bambini fossero gettati in un cortile pieno di vipere e serpenti velenosi. Ma quando Rufus tornò inaspettatamente dal campo di battaglia, l’orchessa, scoperta, cercò di fuggire, ma cadde tra le vipere dove trovò la morte.

Divenuti ormai re e regina, Rufus e Penny riuniti con i loro figli, vissero felici per sempre regnarono con giustizia e bontà.

Morale

L’amore e il coraggio possono spezzare anche le maledizioni più oscure.

Nota: ispirata alla fiaba originale “La bella addormentata” di Perrault. In origine la principessa non aveva un nome, solo più avanti gli fu attribuito quello della figlia Aurora, rimuovendo la seconda parte della storia, come fecero i Fratelli Grim e la Disney nel loro celebre film.

~Fine~
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