C’era una volta una gallina chiamata Lolla, che viveva in un grazioso pollaio in mezzo a un prato verde. Dopo settimane di cura e attenzione, le sue uova si schiusero, e da esse nacquero dieci adorabili pulcini. Erano vivaci e curiosi, ma Lolla aveva un problema: come proteggerli da ogni pericolo?
Un giorno, mentre i pulcini esploravano il cortile, Lolla si rivolse a loro preoccupata:
“Cari miei, il mondo è pieno di pericoli! Ho un’idea per tenervi al sicuro. Tornate nei vostri gusci, e io mi siederò su di voi per custodirvi meglio.”
I pulcini, un po’ confusi, si guardarono l’un l’altro. Il più grande, chiamato Tito, disse:
“Va bene, mamma, ci proveremo!”
Uno a uno, i pulcini cercarono di infilarsi nei gusci, ma non ci riuscirono. Le loro ali si spiegazzarono, e il becco, ormai cresciuto, non trovava spazio, finendo per rompere l’uovo. Stanchi e delusi, si sedettero in cerchio intorno a Lolla.
Allora il più piccolo, un pulcino curioso di nome Picio, alzò lo sguardo verso la madre e disse:
“Mamma, se volevi che restassimo nei gusci, perché ci hai fatto uscire? Non sarebbe stato meglio lasciarci lì dentro?”
Lolla si fermò a riflettere e capì il suo errore. Con un sorriso dolce disse:
“Hai ragione, Picio. Voi siete nati per crescere, esplorare e imparare. Il mio compito non è chiudervi nel passato, ma insegnarvi a vivere con attenzione e coraggio nel presente.”
Da quel giorno, Lolla accompagnò i suoi pulcini nei loro primi passi nel mondo, insegnando loro a stare attenti ma anche a godersi la libertà.
Morale
Non si può proteggere chi amiamo chiudendolo in una gabbia; è meglio guidarlo con saggezza e lasciarlo crescere verso il futuro.
Nota: tratta dalla favola originale di Tolstoj “La gallina che cova e i pulcini” presente nei “i quattro libri di lettura”