Su un’alta quercia, un usignolo si posava ogni giorno a cantare con la sua dolce voce, riempiendo il bosco di note melodiose. Le sue note attiravano tanti animali, ma anche chi aveva bisogno di cibo per sopravvivere, come uno sparviero affamato che volava nei paraggi.
Un giorno, lo sparviero vide l’usignolo e, rapido come il vento, si gettò su di lui, afferrandolo con i suoi artigli. L’usignolo, spaventato e tremante, provò a convincerlo a lasciarlo andare:
“O sparviero, io sono così piccolo e magro, a malapena riuscirei a sfamarti. Perché non lasci me e cerchi prede più grandi e più succulente? Sicuramente potresti trovare un pasto migliore!”
Ma lo sparviero, fissandolo negli occhi, gli rispose:
“Piccolo usignolo, io non sono sciocco. Ho cibo sicuro nelle mie mani ora, perché dovrei lasciarlo andare per inseguire un’idea più grande e incerta? La fame non si sfama con promesse, e un pasto sicuro è sempre meglio di uno immaginato.”
Così lo sparviero consumò il suo pasto, mentre il bosco tornava silenzioso, privo della voce dell’usignolo.
Morale
Meglio tenersi stretto ciò che si ha, piuttosto che rischiare lasciarlo andare inseguendo ciò che potrebbe non arrivare mai. Anche tra gli uomini, chi lascia perdere ciò che è certo per rincorrere sogni incerti, spesso resta a mani vuote.