Lungo una strada polverosa, Lello l’asinello e Lallo il cavallo camminavano accanto al loro padrone. Sul dorso di Lello erano caricati due pesanti sacchi, mentre Lallo, agile e forte, trottava senza peso.
“Lallo,” sospirò l’asino con voce stanca, “il mio carico è troppo pesante. Potresti aiutarmi e prendere una piccola parte del peso?”
Il cavallo scosse la criniera. “Non è il mio lavoro, Lello. Porta il tuo carico da solo!”
Lello abbassò le orecchie, proseguendo con passo sempre più lento. Alla fine, esausto, si accasciò a terra. Il padrone si avvicinò, scosse la testa e sospirò.
“Povero Lello,” disse con rammarico. “Ora tocca a te, Lallo, portare il suo carico.”
Con fatica, il padrone caricò i sacchi dell’asinello sul dorso del cavallo. Poi, prese anche la pelle di Lello, che ora giaceva senza vita lungo il sentiero, e la sistemò sopra Lallo.
Lallo emise un lungo gemito. “Ahimè, quanto sono sciocco! Se avessi aiutato Lello quando potevo, ora non porterei tutto questo peso da solo!”
Il padrone scosse le briglie e riprese il cammino, mentre Lallo il cavallo procedeva lentamente, oppresso dal rimpianto e dal carico pesante.
Morale
La morale di queta favola ci insegna che aiutare gli altri quando ne hanno bisogno non solo ci salva dalla fatica, ma ci evita di portare un peso ancora più grande in futuro.
Nota: tratta dall’orinale favola “Di un Asino, ed un Cavallo” di Esopo e riscritta da Tolstoj,