Un giorno, un possente leone di nome Romolo e un enorme orso chiamato Borzo trovarono, nello stesso momento, un grosso pezzo di carne in una radura della foresta.
“Quella ciccia è mia! Io l’ho vista per primo!” ruggì Romolo, mostrando i suoi denti affilati.
“Non se ne parla, Romolo! È mia! Io l’ho trovata prima!” grugnì Borzo, alzandosi sulle zampe posteriori per sembrare ancora più grande.
I due cominciarono a litigare. Dopo pochi istanti, le parole lasciarono spazio alle azioni: si azzuffarono in una lotta furiosa. Artigli contro denti, rugiti e grugniti riempivano l’aria.
La lotta durò così a lungo che Romolo e Borzo, stanchi e senza forze, si lasciarono cadere a terra, ansimanti.
“Non… cederò mai,” sussurrò Romolo.
“Neanch’io… mi arrendo,” rispose Borzo.
In quel momento, una volpe chiamata Virella, che osservava la scena da dietro un cespuglio, fece un sorriso furbo. Silenziosa come l’ombra, si avvicinò al pezzo di carne lasciato incustodito.
“Beh, se voi due siete troppo occupati a litigare,” disse ridacchiando, “io lo porterò via!”
Con un rapido morso, Virella afferrò la carne e scappò via nella foresta. Quando Romolo e Borzo si accorsero di ciò che era successo, era ormai troppo tardi.
“Il nostro pezzo di cicciaaa!” gridarono all’unisono.
Ma la volpe era già sparita.
Morale
La morale di questa favola ci insegna che a volte è meglio collaborare e condividere, piuttosto che perdere tutto.
Un famoso detto dice: “Tra i due litiganti, il terzo gode!”.
Nota: famosa favola di Esopo “Il leone, l’orso e la volpe”, riproposta anche da Tolstoj.