C’erano una volta due sorelle molto diverse tra loro. Una era una ricca Marchesa e viveva in un grande castello con sua figlia, che purtroppo era molto scontrosa e capricciosa. L’altra sorella, invece, era povera e aveva tre figlie che lavoravano sodo per aiutare la loro mamma.
Un brutto giorno, la famiglia povera non riuscì più a pagare la casa e fu mandata via. Un cameriere della Marchesa, vedendo la loro tristezza, corse a riferire tutto alla sua padrona e la convinse a dar loro un piccolo spazio nel soppalco sopra il portone del castello. Lì le tre sorelle filavano e cucivano fino a tardi, usando la luce di un faro per risparmiare. Ma la Marchesa, avara com’era, ordinò di spegnere la luce, costringendole a lavorare alla luce della luna.
Una sera, la sorella più piccola decise di filare finché la luna non fosse sparita. Mentre la seguiva, filando e camminando, una tempesta si scatenò e lei trovò riparo in un vecchio convento. Lì, dodici saggi frati la accolsero con gentilezza.
“Come mai sei qui, piccola?” le chiesero.
La ragazza raccontò la sua storia, e i frati, commossi, le fecero dodici doni speciali:
Il primo disse: “Che tu possa diventare bella come una stella.”
Il secondo: “Quando ti pettinerai, dai tuoi capelli cadranno perle e diamanti.”
Il terzo: “Quando ti laverai le mani, ne usciranno pesci d’argento.”
Il quarto: “Quando parlerai, dalla tua bocca usciranno rose e fiori profumati.”
Il quinto: “Le tue guance diventeranno rosse come mele mature.”
Il sesto: “Ogni volta che lavorerai, finirai in un lampo.“
La ragazza ringraziò e tornò a casa. Quando si pettinò, le perle caddero a terra; quando si lavò le mani, uscirono pesciolini d’argento. La madre e le sorelle, meravigliate, corsero dalla Marchesa per mostrarle i doni magici.
La Marchesa, invidiosa, pensò subito alla sua figlia capricciosa.
“Anche lei deve ricevere questi doni!” disse. Così la mandò a seguire la luna, proprio come aveva fatto la cugina.
Quando la ragazza arrivò al convento, i dodici frati la riconobbero subito per il suo carattere arrogante.
Il primo disse: “Che tu diventi ancora più brutta.”
Il secondo: “Quando ti pettinerai, dai tuoi capelli cadranno serpenti.”
Il terzo: “Quando ti laverai, ne usciranno ramarri e rospi.”
Il quarto: “Quando parlerai, dalla tua bocca uscirà sudiciume.“
Tornata a casa, la Marchesa quasi svenne nel vedere sua figlia trasformata. Peggio ancora, ogni volta che parlava, l’aria diventava irrespirabile!
Intanto, la cugina bella sedeva davanti alla porta e un giorno un giovane Re passò di lì. Vedendola, rimase incantato dalla sua bellezza e dalla gentilezza con cui parlava.
“Ti prego, sposami!” le disse.
La Marchesa, furiosa e invidiosa, decise di seguirli nel viaggio verso il castello del Re. Ma, lungo la strada, fece qualcosa di terribile: tolse gli occhi alla ragazza e la gettò in una grotta, mentre fece indossare a sua figlia il vestito da sposa. Quando il Re vide la ragazza che usciva dalla carrozza, rimase scioccato.
“Cosa è successo?” chiese.
Ma non appena lei aprì bocca, un fetore terribile si sparse nell’aria. Il Re capì che qualcosa non andava e fece imprigionare la Marchesa e sua figlia.
Intanto, un vecchio trovò la cugina bella nella grotta e la portò a casa sua. Lei, con i suoi poteri magici, riempì la casa di perle e fiori. Il vecchio raccolse tutto e andò dal Re, offrendo il tesoro in cambio di occhi.
La Marchesa, pensando di ingannare il Re, accettò e diede gli occhi della nipote. Così la ragazza riacquistò la vista e, per ringraziare il vecchio, ricamò un bellissimo drappo con il suo ritratto e lo appese vicino al palazzo reale. Quando il Re lo vide, capì tutto e corse da lei.
Finalmente, il Re sposò la vera sposa e la Marchesa e sua figlia, per la loro malvagità, furono allontanate dal regno.
Morale
La bontà e l’umiltà vengono sempre premiate, mentre l’invidia e la cattiveria portano solo guai!
Nota: dalla favola originale di Italo Clavino “Le due cugine (Provincia di Ragusa)”