La Banda Miciosi e la missione di Cedrosia

Tre micetti hanno una missione da compiere: insegnare agli abitanti di Cedrosia a rispettare le regole e la natura. Riusciranno nell'impresa?

Nel tranquillo villaggio di Cedrosia, viveva una banda di gatti molto speciali: Bigret, un gatto arancione paffutello e furbetto, Bia, una gattina molto saggia con macchie gialle, marroni e bianche, e Baficchio un gatto tigrato pasticcione e combina guai.

Nel cuore della piazza principale di Cedrosia, c’era un parco che aveva al centro un albero di cedro, grande e maestoso, dove le persone si fermavano per riposare un pò all’ombra dei suoi rami e i bambini si divertivano ad arrampicarsi, ma c’era un problema: il parco era pieno di cartacce e spazzatura!

Vicino all’albero, qualcuno aveva appeso un grosso cartello:
“Chi non rispetta le regole sarà catturato dal terribile mostro Disordine! ma nessuno lo rispettava.

Gli abitanti del villaggio, continuavano a gettare le cartacce per terra, i bambini lasciavano i palloni in giro per le strade e le biciclette sparpagliate erano tutte fuori posto. Persino gli automobilisti iniziarono a ignorare i semafori e parcheggiare dove capitava.

Bigret, Bia e Baficchio si radunarono sotto l’albero di cedro per discutere.

“Il mostro Disordine non esiste vero?” chiese Baficchio, leccandosi una zampa.

“No, ma se continuiamo così, il caos diventerà reale,” rispose Bia, strofinandosi il mento. “Dobbiamo agire!”

“Ho un piano!” esclamò Bigret, con un sorriso astuto.“Mettiamoci al lavoro!”

La Banda Miciosi si mise all’opera per attuare la loro missione: in pochi giorni avrebbero educato gli abitanti a rispettare la natura e le regole del villaggio, in modo divertente.

Il labirinto del Buon Senso

Il primo giorno, Bigret organizzò un gioco. Disegnò un labirinto sulla pista di pattinaggio del parco, usando nastro colorato per rappresentare strade e incroci. Ai bordi del labirinto, piazzò piccoli segnali stradali fatti di cartoncino: stop, precedenza e divieto di accesso. Invitò i bambini a radunarsi intorno a lui, spiegando con entusiasmo:

“Ognuno deve attraversare il labirinto rispettando i segnali. Chi riesce a completare il percorso senza errori, riceverà un premio speciale!”

I bambini, incuriositi, si misero in fila. A turno, affrontarono il percorso. Alcuni si dimenticavano di fermarsi allo stop, altri imboccavano strade vietate, ma Bigret li fermava con gentilezza, spiegando cosa avevano sbagliato e incoraggiandoli a riprovare. Chi seguiva le regole, invece, veniva accolto con un applauso e riceveva un palloncino a forma di gatto, un premio che faceva brillare gli occhi di tutti.

Il gioco divenne presto un’occasione per riflettere.

A fine giornata, mentre i palloncini a forma di gatto volavano nel cielo del villaggio, Bigret sapeva che il seme del rispetto e della collaborazione era stato piantato nei cuori dei suoi piccoli allievi.

Il Circo delle buone Abitudini

Il giorno dopo, Bia decise di trasformare la piazza in un vero e proprio circo. Indossò un cappello a cilindro rosso brillante e, con un sorriso smagliante, proclamò:

“Signore e signori, bambini di tutte le età, benvenuti! Oggi scopriremo come essere attenti e rispettosi, divertendoci insieme!”

Con un gesto teatrale, presentò la prima attrazione: un grande pupazzo di cartone che raffigurava “il Signor Disordine”. Lo fece inciampare su una pila di giochi lasciati per terra, scatenando una cascata di risate tra i bambini. “Ecco cosa succede quando non mettiamo a posto i giochi!” spiegò Bia, con tono esageratamente drammatico. Il pupazzo finì per terra, rotolando goffamente, mentre il pubblico applaudiva divertito.

Poi Bia chiamò due volontari e distribuì piccoli cestini colorati. “Ora, facciamo vedere al Signor Disastro come si evita il caos! Sistemate questi giochi al loro posto, e vedrete che la nostra piazza sarà sicura per tutti.” I bambini si misero all’opera, mentre il pupazzo tornava in scena, questa volta camminando senza inciampare.

Alla fine dello spettacolo, Bia concluse:

“Essere attenti non significa rinunciare al divertimento: significa farlo in modo che tutti possano giocare senza pericoli!” E così, tra applausi e sorrisi, il circo della micetta lasciò un messaggio che tutti avrebbero ricordato.

Il Trappolone del Mostro Disordine

Infine, arrivò il turno di Baficchio, che decise di dare un tocco teatrale alla giornata travestendosi da “Mostro Disordine”. Indossò un vecchio mantello nero, un cappello sgualcito e un paio di baffi finti arruffati. Si nascose dietro un cespuglio nel parco, aspettando pazientemente che i bambini commettessero qualche “infrazione”.

Appena qualcuno lasciava una palla fuori posto, dimenticava una bottiglia vuota o buttava una carta a terra, Baficchio saltava fuori con un ruggito giocoso, agitando le braccia:

“Chi non rispetta le regole sarà la mia cenaaaa!”

Le sue uscite erano talmente buffe che i bambini ridevano a crepapelle, ma correvano subito a sistemare il disordine, cercando di “sfuggire” al Mostro Disordine. Se qualcuno si tratteneva troppo a lungo o rideva senza agire, Baficchio fingendo di essere famelico gridava:

“Non mi hai messo paura, quindi per cena avrò… teee!”

La scena continuò con un ritmo incalzante. Alcuni bambini cominciarono a controllare anche gli amici:

“Occhio alla bottiglietta, se no arriva il Mostro!” e si misero a correre tutti insieme per raccogliere giochi e cartacce.

Quando il parco tornò impeccabile, Baficchio si avvicinò ai bambini, ormai stanchi ma felici, e si tolse il cappello con un inchino teatrale:

“Sapete una cosa? Chi tiene in ordine vince sempre contro il Mostro Disordine! Io ora devo andare, ho perso tutte le mie cene e …Ho fameeee!” esclamò ridendo.

Da quel giorno, il parco rimase più pulito e organizzato, e ogni volta che qualcuno lasciava qualcosa fuori posto, qualcun altro sussurrava scherzosamente:

“Occhio, che il Mostro potrebbe tornare!”

Il Gran Finale

Dopo una settimana, Cedrosia era più ordinata e felice che mai. Persino gli adulti avevano capito l’importanza delle regole, grazie agli sforzi della banda dei miciotti. Per festeggiare, gli abitanti organizzarono una festa con musica e cibo, e sulla piazza apparve un nuovo cartello: “Le regole sono la nostra forza: seguiamole insieme!”

Bigret, Bia e Baficchio si sedettero sul ramo più alto del cedro a osservare la festa.

“Missione compiuta!” esclamò Bigret.

“Vedi, Baficchio,” disse Bia, “rispettare le regole non è noioso, è il modo migliore per vivere bene.”

Baficchio sbadigliò, con la pancia piena di dolcetti:“Sì, sì… ma domani possiamo rilassarci, vero?”

E tutti e tre scoppiarono a ridere avvolti dalle risate festanti.

Morale

La morale di questa favola ci insegna che, con piccoli gesti di attenzione e collaborazione, si possono creare spazi più piacevoli e sicuri per tutti. E che seguire le regole non è un peso, ma un modo per migliorare la vita di chi ci circonda.

~Fine~
Copyright © MondoFavole.it - Riproduzione riservata

Ti è piaciuto questa testo?

Clicca sulle stelle per votare!

Media voto 4.7 / 5. Voti: 3

Nessun voto ancora

Ti è piaciuto questa testo?

Supportaci con un click!

Manu

Manu

Ciao sono Manuela e sono un insegnante di scuola materna. Leggere per me è un divertimento oltre che un modo per rilassarmi, sopratutto mi diverte drammatizzare le letture ai miei alunni cambiando talvolta le trame e i finali, o inventando storie per divertirli e appassionarli alla lettura, coinvolgendoli anche nella creazione. Amo viaggiare e tutto ciò che è musica.

-Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme. Insieme valgono di più.-
(Massimo Gramellini)

Articoli: 55

Lascia una Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *