C’era una volta un giovane ragazzo che proprio non sopportava l’idea che tutti, prima o poi, dovessero morire.
“Non mi piace questa storia! Voglio trovare un posto dove nessuno muore mai!” disse un giorno ai suoi genitori.
Così salutò mamma, papà, zii e cugini e partì per il suo viaggio. Cammina, cammina, e a ogni persona che incontrava domandava: “Sapete dov’è il posto dove non si muore mai?” Ma tutti scuotevano la testa: nessuno lo sapeva.
Un giorno trovò un vecchio con una lunga barba bianca, che spingeva una carriola piena di pietre. Il giovane gli chiese: “Sapete dove si trova il posto dove non si muore mai?”
Il vecchio sorrise e rispose: “Se non vuoi morire, resta con me. Finché non avrò spostato con questa carriola l’intera montagna, sarai al sicuro.”
“E quanto tempo ci metterai?” domandò il giovane.
“Cent’anni.”
“E dopo?”
“Beh, dopo dovrai morire.”
“No, non mi basta! Voglio trovare un posto dove non si muore mai!” disse il giovane e riprese il cammino.
Cammina, cammina, arrivò in un bosco immenso. Lì trovò un altro vecchio, con una barba lunga fino l’ombelico, che tagliava i rami con una roncola.
“Buongiorno! Mi sapete dire dove posso trovare un posto dove non si muore mai?” chiese il giovane.
Il vecchio rispose: “Se resti con me, sarai al sicuro. Finché non avrò tagliato tutto questo bosco con la mia roncola, non morirai.”
“E quanto ci vorrà?”
“Duecento anni.”
“E dopo?”
“Dopo, dovrai morire.”
“No, non mi basta! Voglio trovare un posto dove non si muore mai!” esclamò il giovane e riprese il viaggio.
Dopo mesi e mesi di cammino, arrivò in riva a un lago. Lì c’era un vecchio con una barba che gli arrivava alle ginocchia, che osservava un’anatra bere l’acqua.
“Per favore, sapete dove posso trovare un posto dove non si muore mai?” domandò il giovane.
Il vecchio rispose: “Se rimani con me, non morirai. Guarda quell’anatra: finché non avrà bevuto tutta l’acqua del lago, sarai al sicuro.”
“E quanto tempo ci vorrà?”
“Trecento anni.”
“E dopo?”
“Dovrai morire.”
Il giovane scosse la testa: “No, neanche questo posto fa per me! Voglio andare dove non si muore mai!” e riprese il viaggio.
Dopo tanto camminare, una sera arrivò davanti a un magnifico palazzo. Bussò alla porta e gli aprì un vecchio con una barba lunghissima, tanto che gli arrivava fino le caviglie.
“Cosa vuoi, giovane?” chiese il vecchio.
“Cerco un posto dove non si muore mai!”
Il vecchio sorrise: “Allora sei nel posto giusto! Finché resterai qui, non morirai.”
“Fantastico! Questo è proprio il posto che cercavo!” esclamò il giovane, felice.
Così si stabilì nel palazzo e visse da signore. Gli anni passavano senza che se ne accorgesse. Ma un giorno sentì nostalgia della sua casa e dei suoi cari.
“Vecchio amico, qui sto davvero bene, ma vorrei tornare a vedere la mia famiglia.” disse al padrone del palazzo.
Il vecchio scosse la testa: “Ormai sono morti tutti.”
“Ma magari ci sono i loro figli, o i figli dei figli!” insistette il giovane.
Il vecchio sospirò: “Se proprio vuoi andare, prendi il mio cavallo bianco. Corre veloce come il vento, ma ricorda: non scendere mai di sella, altrimenti morirai!”
“Non si preoccupi, non scenderò!” rispose il giovane.
Montò in sella e partì veloce come il vento. Arrivò dove una volta c’era il lago, ma al suo posto c’era una grande prateria. Vide un mucchio d’ossa e capì che appartenevano al vecchio con l’anatra.
“Meno male che non sono rimasto lì!” pensò il giovane e proseguì.
Dove c’era il grande bosco, ora non c’erano più alberi. Anche il vecchio con la roncola era scomparso.
“Anche qui sarei morto!” si disse.
Dove c’era la montagna, ora c’era una pianura. Anche il primo vecchio era morto.
Finalmente arrivò al suo paese, ma non lo riconosceva più. Le case erano diverse, le strade cambiate. Nessuno conosceva il suo nome.
“Non c’è più nessuno che mi ricordi! disse rattristito “Meglio tornare indietro!” pensò.
Girò il cavallo e riprese la strada del ritorno. A metà strada, incontrò un uomo con un carro pieno di scarpe vecchie.
“Per favore, giovane! Aiutami a sollevare questa ruota! Sono solo e il carro è pesante!” implorò l’uomo.
“Non posso scendere di sella!” rispose il giovane.
“Ti prego, solo un attimo!”
Il giovane si impietosì e scese tenendo un piede nella staffa, ma appena mise l’altro a terra, il carrettiere lo afferrò e disse: “Finalmente ti ho preso! Sai chi sono? Sono la Morte! Vedi tutte queste scarpe? Sono quelle che ho consumato rincorrendoti! Adesso è il tuo turno.”
E così, anche il giovane che voleva vivere per sempre, alla fine morì.
Morale
Nessuno può sfuggire alla Morte, perché fa parte della vita. Meglio vivere felici il tempo che abbiamo, invece di cercare l’impossibile!
Nota: tratta dalla fiaba originale di Italo Calvino “Il paese dove non si muore mai (Verona)“.
Bella questa favola che ricorda che le cose della vita sono tutte da apprezzare. Però il titolo mi ha fatto ricordare anche un paese chiamato “Longyearbyen”, che si trova in Norvegia, ed è conosciuto come “La cittadina dove è vietato morire”