C’era una volta una vedova che viveva con suo figlio, Giuanin. Il ragazzo, all’età di dodici anni, sognava di partire per il mondo in cerca di fortuna. La madre, preoccupata per la sua giovane età, gli disse:
“Figlio mio, sei ancora troppo piccolo! Quando sarai capace di abbattere con un colpo di piede il grande pino dietro casa, allora potrai partire.”
Da quel giorno, ogni mattina Giuanin prendeva la rincorsa e si scagliava contro il tronco dell’albero, ma senza risultato. Tuttavia, non si arrese. Dopo anni di sforzi, un giorno riuscì nell’impresa: il pino si inclinò, le radici si sollevarono e l’albero cadde. La madre, vedendo la sua forza e determinazione, lo lasciò partire con la sua benedizione.
Il cavallo indomabile
Dopo giorni di cammino, Giuanin arrivò in una città dove il Re possedeva un cavallo di nome Rondello, così selvaggio che nessuno riusciva a domarlo. Osservando attentamente, Giuanin capì che l’animale si spaventava della sua ombra. Così si offrì di addomesticarlo: lo avvicinò con calma, lo accarezzò e poi gli saltò in sella, facendolo correre con il muso rivolto sempre al sole. Rondello, non vedendo più la sua ombra, smise di agitarsi e divenne docile. Il Re, impressionato, prese Giuanin al suo servizio, ma i servitori del palazzo, invidiosi, iniziarono a tramare contro di lui.
La missione impossibile
Il Re aveva una figlia che, anni prima, era stata rapita dal terribile Mago Corpo-senza-Anima. I servitori, per liberarsi di Giuanin, convinsero il Re che il ragazzo si era vantato di poterla salvare. Senza esitazione, il sovrano lo convocò e gli ordinò di portare a termine la missione, minacciandolo di morte in caso di fallimento.
Senza alternative, Giuanin accettò. Prese una vecchia spada arrugginita e, insieme a Rondello, partì per l’impresa.
Gli alleati magici
Nel bosco, Giuanin incontrò un leone, un cane, un’aquila e una formica che si contendevano un asino morto, e gli chiesero aiuto per dividerlo equamente considerando che possedeva una spada. Il ragazzo divise la carcassa tra loro, guadagnandosi la loro gratitudine. Ognuno di loro gli donò un potere magico:
- Il leone gli diede una *grinfia che lo avrebbe reso il più forte dei leoni.
- Il cane gli donò un baffo che lo avrebbe reso il più veloce dei cani.
- L’aquila gli offrì una penna che gli avrebbe permesso di volare come un uccello.
- La formica gli regalò una zampina che lo avrebbe reso piccolo e invisibile come una formica.
Giuanin ringraziò e proseguì il viaggio.
Il castello del mago Corpo-senza-Anima
Giunto al castello del Mago, si trasformò in aquila per raggiungere una finestra, poi in formica per entrare passando sotto la fessura. Trovò la figlia del Re addormentata e la svegliò. Giuanin le spiegò che era venuto a salvarla, ma aveva bisogno del suo aiuto: doveva scoprire come sconfiggere il mago che, non avendo un’anima, era immortale.
Giuanin si nascose sotto il letto trasformandosi in formichina e quando il Mago tornò, la principessa, con dolci parole, riuscì a farsi rivelare il segreto: la sua anima era nascosta in un uovo nero, ma per liberarla doveva essere rotto sulla fronte del mango. Inoltre, l’uovo era custodito in un’aquila nera, che si trovava dentro un cane nero, a sua volta nascosto nel ventre di un feroce leone nero nel bosco.
La battaglia finale
Giuanin, che aveva udito tutto da sotto il letto, appena il mago uscì dalla stanza volò verso il bosco e si trasformò in leone. Affrontò il leone nero, sconfiggendolo dopo una feroce lotta (mentre nel castello al mago cominciò a girar la testa) e dal suo ventre uscì un cane nero velocissimo, ma Giuanin si trasformò in cane e lo raggiunse, vincendolo (il mago si sentì male e si sdraiò nel letto). Poi, trasformandosi in aquila, affrontò l’aquila nera nel cielo e dopo beccate e colpi di artiglio la sconfisse, recuperando l’uovo nero e, nel frattempo al mago nel castello venne la febbre.
Tornato dalla principessa, le diede l’uovo, ora era tutto nelle sue mani. Con astuzia, preparò un brodino caldo per il mago, che si tirò su per mangiarlo, e poi la principessa prese l’uovo dicendo:
“Aspetta che ci rompo un uovo dentro, così è più sostanzioso”
Crack! lo ruppe sulla fronte del Mago mentre lui beveva il brodo. In un istante, il Mago Corpo-senza-Anima cadde morto.
Giuanin riportò la principessa da suo padre e il Re, colmo di gioia, la diede in sposa al giovane eroe. Da quel giorno vissero felici e contenti (tranne la servitù più invidiosa di prima).
Morale della storia
Se credi in te stesso e non ti arrendi, puoi superare qualsiasi difficoltà. Con astuzia, coraggio e un pizzico di aiuto, anche le sfide più grandi possono essere vinte!
Nota: tratta dalla storia originale “Corpo-senza-l’anima” (Riviera ligure di ponente) di Italo Calvino.
*Grinfia: zampa con artigli