C’era una volta una piccola zanzara di nome Zazà, che volava senza paura nella savana. Un giorno, mentre svolazzava vicino a un possente leone chiamato Ruggero, decise di sfidarlo.
“Leone Ruggero,” disse Zazà con voce squillante, “non ho paura di te! Non sei affatto più forte di me. Dimmi, in cosa consiste la tua forza? Mordi con i denti e graffi con gli artigli? Anche una moglie arrabbiata con il marito sa fare altrettanto!”
Ruggero, incuriosito e un po’ divertito, rispose con un ruggito profondo:
“Piccola Zanzara, hai davvero il coraggio di sfidarmi?”
Zazà sorrise e, senza aspettare un’altra parola, suonò la sua trombetta: “Tutturutuu!”
“Preparati, Leone! Ti mostrerò la mia forza!”
La piccola zanzara volò rapidamente attorno al muso di Ruggero, pungendolo sui punti dove non c’era pelo: vicino alle narici, attorno agli occhi e alle orecchie. Ruggero, infuriato, cercava di scacciare Zazà con i suoi artigli, ma finiva solo per graffiarsi il muso e le orecchie.
“Ahi! Fermati, maledetta Zanzara!” ruggì il leone, ma Zazà continuava imperterrita.
Alla fine, stanco e dolorante, Ruggero ammise la sconfitta. Zazà volò in alto e intonò una canzone vittoriosa con la sua trombetta:
“Ho vinto! Ho vinto il Leone più forte della savana!”
Fiera della sua impresa, Zazà riprese a volare. Ma mentre festeggiava la vittoria, non si accorse di una sottile ragnatela tessuta tra i rami. In un attimo, rimase impigliata.
Dal centro della tela sbucò un piccolo ragno di nome Renato.
“Benvenuta, Zanzara. Sembra che il tuo viaggio finisca qui.”
Zazà si agitò disperata. “No! Non può finire così! Ho appena sconfitto un leone, e ora… sarò il tuo pranzo?”
Renato sorrise pacato. “Anche i più grandi possono cadere davanti ai più umili. È la vita, piccola zanzara.”
E così Zazà imparò, troppo tardi, una grande lezione.
Morale
Non sottovalutare mai i pericoli più piccoli. A volte, è proprio ciò che sembra insignificante a metterci davvero in difficoltà.
Nota: tratta dalla favola “La zanzara e il leone” di Esopo