C’era una volta un bambino che, per il suo compleanno, ricevette in dono un gruppo di venticinque soldatini di stagno. Erano tutti uguali, con uniformi blu e rosse e ognuno portava un piccolo fucile in spalla. Ma uno di loro era speciale: aveva una sola gamba, perché era stato fuso per ultimo con lo stagno avanzato da un cucchiaio.
“Guardate quel soldatino!” scherzavano gli altri giocattoli nella stanza. “Ha una sola gamba, ma riesce comunque a stare dritto!”
Il soldatino senza una gamba, però, non si preoccupava delle prese in giro. Era fiero e coraggioso, teneva sempre la testa alta, pronto a fare il suo dovere come tutti i suoi compagni.
Quando la notte calava e il bambino si addormentava, la stanza si trasformavano come per magia: i giocattoli prendevano vita e cominciavano a muoversi, ballare e giocare insieme. Anche il soldatino di stagno osservava tutto con curiosità. Fu allora che notò dall’altra parte della stanza una bellissima ballerina di carta. Aveva un vestito bianco e luccicante, decorato con un brillante lustrino dorato, e stava in equilibrio su una gamba sola, con le braccia alzate come se stesse danzando.
“Guarda che eleganza!” pensò il soldatino. “Anche lei ha una sola gamba come me!”
E fu così che, senza nemmeno conoscersi, il soldatino di stagno si innamorò perdutamente della ballerina. Passava le notti a osservarla da lontano, immaginando come sarebbe stato parlare con lei e farle compagnia.
Ma non tutti i giocattoli erano felici di questo sentimento. Tra di loro c’era un pupazzo a molla, un giullare col sorriso furbo e gli occhi infuocati, che stava sempre rinchiuso nella sua scatola rossa e nera. Quando il pupazzo notò l’interesse del soldatino per la ballerina, si ingelosì terribilmente.
“Tu, soldatino di stagno! Non pensare di essere degno di lei!” gli disse una notte, mentre sbucava fuori dalla scatola con un salto. “Sappi che non sarete mai felici insieme. È una mia promessa!”
Il soldatino non rispose. Era abituato a rimanere sull’attenti e a non mostrare emozioni. Ma dentro di sé sentì un po’ di paura. Nonostante tutto, sperava di riuscire, prima o poi, ad avvicinarsi alla ballerina.
Un’avventura inaspettata
La mattina seguente, il bambino prese il soldatino e lo mise sul davanzale della finestra. All’improvviso, una folata di vento fece perdere l’equilibrio al soldatino che cadde giù dalla finestra e atterrò sul marciapiede.
Due ragazzini passarono di lì e lo trovarono per terra. “Guardate! Un soldatino di stagno! Chissà di chi è,” disse uno dei due.
“Facciamolo navigare!” propose l’altro, piegando un foglio di carta per formare una barchetta. Posero il soldatino al centro e lo spinsero nel piccolo ruscello che scorreva vicino al marciapiede.
La barchetta galleggiava, e il soldatino, sempre saldo sull’unica gamba, affrontava con coraggio il suo viaggio. Ma ben presto la corrente si fece più forte e il soldatino cominciò ad avere paura. La barchetta ondeggiava e, infine, si capovolse. Il soldatino sprofondò nell’acqua e, in un istante, venne inghiottito da un enorme pesce.
All’interno del pesce era buio e silenzioso, ciononostante, il soldatino restò calmo, senza muovere un muscolo. Rimase sull’attenti, con il chepì (tipico copricapo militare) dritto in testa, come il soldato coraggioso che era.
Ritorno a casa
Passarono alcuni giorni, finché quel pesce non venne pescato, arrivando nella cucina di casa. “Guardate che pesce enorme!” esclamò il cuoco stupito della grandezza della preda. Quando iniziò a tagliarlo il suo coltello trovò qualcosa di strano all’interno.
“Ma guarda un po’! È un soldatino di stagno!” gridò. E lo portò subito al bambino, che riconobbe il suo giocattolo.
“Oh, sei tornato!” esclamò il bambino felice di rivedere il suo soldatino. Lo mise subito sullo scaffale insieme agli altri giocattoli, proprio accanto alla ballerina di carta.
Il soldatino, senza dire nulla, la guardò con dolcezza. Era finalmente tornato accanto a lei e la ballerina gli sorrise con i suoi occhi dipinti, contenta di avere vicino quel coraggioso soldato che l’aveva ammirata da lontano per tanto tempo.
Purtroppo, il loro momento felice fu breve. La rabbia e l’invidia del giullare non erano state dimenticate. Quella notte, approfittando del buio, il pupazzo a molla sbucò fuori dalla sua scatola e, con un gesto furbo, spinse il soldatino giù dallo scaffale, facendolo cadere direttamente nel camino dove ardeva il fuoco.
Il soldatino sentì il calore delle fiamme, ma rimase fermo e dritto, coraggioso fino alla fine. La ballerina lo guardava con tristezza, immobile. Poi, come per magia, una leggera brezza entrò dalla finestra e sollevò la ballerina di carta, facendola volare dolcemente. In un istante, anche lei finì nel fuoco, accanto al suo amato soldatino.
Lì, tra le fiamme, i due si ritrovarono finalmente insieme, e la ballerina brillò per un istante più luminosa che mai, illuminata dalle fiamme che li avvolgevano entrambi.
La mattina dopo, quando le fiamme si erano spente e il fuoco era ormai cenere, il bambino andò a curiosare nel camino e vide qualcosa di strano tra i resti bruciati: c’era un piccolo cuore di stagno e, accanto, un lustrino annerito.
Il bambino non capì cosa fosse successo, ma prese quei piccoli oggetti con cura e li posò sullo scaffale, tra gli altri giocattoli, per ricordare il coraggio e l’amore che univano quel piccolo soldatino di stagno e la sua delicata ballerina di carta.
Morale
Anche nelle difficoltà più grandi, il coraggio e l’amore vero possono resistere, e il ricordo di chi ha vissuto con cuore rimarrà per sempre.
Nota: il titolo originale dell’opera è “L’intrepido soldato di stagno”, gli altri analoghi con cui è conosciuto sono: Il soldatino di piombo, Il coraggioso soldatino di stagno, Il tenace soldatino di stagno, Il coraggioso soldatino di piombo.