Il principe granchio – Italo Calvino

Un principe intrappolato in un granchio, una fata misteriosa e una principessa coraggiosa: una fiaba incantata di magia, amore e avventura.

C’era una volta un pescatore di nome Kelly Stoccafisso, che ogni giorno usciva in mare con la sua barchetta sperando di pescare abbastanza per sfamare la sua famiglia. Ma, ahimè, il pesce scarseggiava e la polenta costava molto.

Un giorno, tirando su le reti, sentì un peso enorme. “Ma cos’è? Un mostro marino?” si domandò, tirando con tutte le sue forze.

Quando finalmente riuscì a vedere, rimase a bocca aperta: era un granchio gigantesco, grande quasi quanto lui!

Che fortuna! Potrò venderlo e comprare tanta polenta per i miei bambini!” esclamò felice.

Arrivato a casa, disse alla moglie: “Metti la pentola sul fuoco! Torno subito con la polenta!” E si diresse al palazzo del Re per vendere il suo incredibile granchio.

Arrivato a corte, si inchinò e disse: “Maestà, vi porto un granchio unico al mondo! Potreste comprarlo? Ho bisogno di sfamare la mia famiglia.

Il Re lo guardò con poco interesse. “Un granchio? E cosa dovrei farmene?

Ma proprio in quel momento, la Principessa Aurora entrò nella sala e sgranò gli occhi. “Oh, che meraviglia! Papà, compriamolo! Lo metterò nella fontana del giardino!

Il Re, che non sapeva dire di no alla sua adorata figlia, accettò. Così Marco tornò a casa con una borsa piena d’oro e finalmente la sua famiglia poté mangiare a sazietà.

Nel frattempo, Aurora passava le giornate a guardare il granchio nuotare nella fontana. Notò però una cosa strana: ogni giorno, a mezzogiorno, il granchio spariva misteriosamente per tre ore. Dove andava? Decise di scoprirlo.

Un giorno, mentre osservava la fontana, si affacciò dal balcone e vide un vagabondo chiedere l’elemosina. Presa da un vento di generosità, gli lanciò una sacchetto di monete, ma questo cadde nell’acqua e scomparve in un piccolo canale sotterraneo.

Il vagabondo, deciso a recuperare il tesoro, si tuffò e nuotò lungo il canale, fino a sbucare in una stanza segreta sotterranea, piena di drappeggi* e con una grande tavola imbandita. Si nascose dietro una tenda e si mise ad osservare.

A mezzogiorno in punto, dal centro della vasca spuntò fuori una Fata, seduta proprio sul dorso del granchio! La Fata toccò il granchio con la sua bacchetta magica e, come per incanto, dal guscio uscì un bellissimo giovane. Il giovane si sedette a tavola e cominciò a mangiare, mentre la Fata rideva e chiacchierava con lui.

Il vagabondo, sbalordito, tornò dalla Principessa e le raccontò tutto.

Ora capisco dove va il mio granchio! Domani ci andiamo insieme!” esclamò Aurora.

Il giorno dopo, i due si tuffarono di nascosto e raggiunsero la stanza sotterranea. Si nascosero dietro le tende e videro di nuovo la magia del granchio trasformarsi in un principe.

Aurora ne rimase incantata. “Se il granchio già mi piaceva, lui mi piace ancora di più!” pensò. E senza farsi vedere, si infilò nel guscio vuoto del granchio.

Quando il giovane tornò nel guscio, si trovò la Principessa accanto. “Che hai fatto?! Se la Fata ci scopre, siamo nei guai!” sussurrò preoccupato.

Io voglio aiutarti a spezzare l’incantesimo!” rispose Aurora.

Il Principe sospirò: “Per rompere l’incantesimo, una ragazza dovrebbe essere pronta a rischiare la vita per me…

Aurora lo guardò negli occhi e disse: “Allora sono io quella ragazza.

Il Principe, commosso, le spiegò il piano. “La Fata ama la musica. Devi andare su uno scoglio in riva al mare e suonare e cantare. Quando lei ti chiederà di continuare, tu dovrai chiederle il fiore che porta tra i capelli. Quel fiore è la mia vita. Se riesci a prenderlo, sarò libero.

Aurora tornò al palazzo e chiese al padre di farle prendere lezioni di musica e canto. Il Re acconsentì e, dopo settimane di studio, la principessa era pronta.

Un giorno chiese al Re il permesso di andare a suonare vicino al mare. Il padre, seppur preoccupato, la lasciò andare con le sue otto damigelle, mentre un drappello* di guardie la seguiva a distanza.

Aurora si sedette su uno scoglio e cominciò a suonare il violino. La sua musica era così bella che, dalle onde, la Fata emerse per ascoltarla.

Suona ancora, mi piace tanto!” disse la Fata.

Lo farò, ma solo se mi regali il fiore tra i tuoi capelli.

La Fata ridacchiò e lo gettò in mare, lontano.

Aurora non esitò: si tuffò tra le onde e nuotò con tutte le sue forze. Il mare era agitato, le damigelle gridavano preoccupate, ma alla fine riuscì ad afferrare il fiore.

Appena lo strinse tra le mani, sentì una voce dolce sussurrarle: “Mi hai salvato. Ora sarai la mia sposa.” Era il Principe, libero dall’incantesimo! Lui la prese dolcemente e la riportò a riva.

Il giorno dopo, il Principe si presentò a palazzo con il suo seguito reale e chiese la mano della Principessa. Raccontò tutta la storia e il Re, seppur sorpreso, fu felice di dare la benedizione.

E così si celebrarono delle grandiose nozze, con una festa che durò una settimana intera. E da quel giorno, il Principe e Aurora vissero felici e contenti.

Morale della storia

L’amore vero trova sempre un modo per superare gli ostacoli. E a volte, il coraggio e un pizzico di musica possono spezzare anche gli incantesimi più potenti!

Nota: fiaba tratta dall’originale Il principe granchio (Venezia) di Italo Calvino

*drappeggi: decorazioni in stoffa a scopo di ornamentale
*drappello: Gruppo di uomini armati (plotone, soldati, pattuglia).

~Fine~
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