C’era una volta, in una valle soleggiata, un maestoso olivo di nome Olimpio e un umile giunco di nome Giugliano. Olimpio era fiero della sua robustezza, del suo tronco possente e delle sue foglie argentate. Giugliano, invece, era snello e flessibile, e cresceva pacifico vicino al fiume.
Un giorno, mentre il vento soffiava leggero tra le foglie, Olimpio si rivolse a Giugliano con tono altezzoso:
“Guarda come ti pieghi al minimo soffio di vento! Sembra quasi che tu abbia paura!”
Giugliano, con la sua voce gentile, rispose: “Non ho paura, Olimpio. Semplicemente, mi adatto al vento. Preferisco piegarmi piuttosto che spezzarmi.”
Olimpio scoppiò a ridere: “Piegarsi è segno di debolezza! Io, invece, resto saldo e immobile, sfidando ogni vento con la mia forza!”
Giugliano non replicò e continuò a ondeggiare dolcemente.
Passarono i giorni e il vento divenne sempre più forte. Si trasformò in una vera e propria burrasca, con raffiche impetuose che scuotevano la valle. Olimpio, orgoglioso della sua forza, si erse impavido contro il vento, irrigidendo ogni suo ramo. “Non mi piegherò!” tuonò.
Giugliano, invece, si piegava e si torceva, seguendo il ritmo del vento. Si abbassava fino a terra, quasi a toccare l’acqua del fiume, per poi rialzarsi subito dopo. Sembrava quasi danzasse con la tempesta.
La burrasca infuriò per ore. Alla fine, quando il cielo si rasserenò e il vento si calmò, uno spettacolo desolante si presentò agli occhi di Giugliano. Olimpio, il fiero olivo, era spezzato a metà, i suoi rami giacevano a terra come soldati sconfitti.
Giugliano, ancora intatto e flessibile, si avvicinò al suo vecchio compagno. “Olimpio,” sussurrò, “perché non ti sei piegato come me?”
Olimpio, con un filo di voce, rispose: “Ho voluto dimostrare la mia forza… ma ho sbagliato. Non ho capito che a volte è meglio cedere che spezzarsi.”
Giugliano, con dolcezza, gli spiegò: “La vera forza non sta nell’essere rigidi e inflessibili, ma nell’essere capaci di adattarsi alle difficoltà. Come l’acqua del fiume che aggira gli ostacoli, anche noi dobbiamo imparare a piegarci per non spezzarci.”
Da quel giorno, tutti nella valle impararono la lezione di Giugliano. Capirono che la flessibilità è una grande virtù e che a volte, per superare le tempeste della vita, è meglio piegarsi che resistere a tutti i costi.
Morale
Questa favola ci insegna che essere flessibili e adattabili è spesso più importante che essere rigidi e inflessibili. Come il giunco che si piega al vento ma non si spezza, anche noi dobbiamo imparare ad adattarci alle difficoltà per superarle al meglio. La vera forza sta nella capacità di piegarsi senza rompersi.
Nota: tratto da “Il giunco e l’olivo” raccolto in “I quattro libri di lettura” di Tolstoj
Il giunco è una pianta che cresce nei luoghi umidi dove c’è acqua, formando dei ciuffi di fusti lunghi, sottili e verdi, un po’ come dei “tubicini” o dei “bastoncini” che possono diventare anche alti più di un metro.