C’era una volta un Re molto ricco, che possedeva un anello d’oro con una pietra luccicante. Un giorno, l’anello sparì!
Il Re cercò ovunque: sotto i tappeti, dentro i cassetti, persino nella sua corona! Ma niente. Così fece un annuncio:
“Chiunque riuscirà a dirmi dov’è il mio anello, sarà ricco per tutta la vita!”
Nel regno viveva un contadino di nome Gàmbara, un uomo povero ma molto furbo. Quando sentì l’annuncio, si grattò il mento e disse:
“Sarà poi così difficile fare l’astrologo? Voglio provare!”
Gàmbara si presentò a palazzo. Il Re, curioso, lo chiuse in una stanza con un enorme libro di astrologia, una penna e un calamaio.
Il contadino, che non sapeva né leggere né scrivere, cominciò a sfogliare il libro a caso e a fare strani segni sulla carta. I servi che gli portavano il cibo lo guardavano con timore.
“Deve essere un astrologo molto saggio!” bisbigliavano tra loro.
Ma quei servi avevano un segreto: erano stati loro a rubare l’anello! E quando Gàmbara, li fissava con aria seria, per sembrare un uomo importante, loro sudavano freddo.
Gàmbara si accorse di questo loro timore e che i servi si comportavano in modo strano, decise quindi di tender loro una trappola.
Il giorno dopo, si nascose sotto il letto prima che i servi entrassero con il pranzo. Appena il primo servo entrò, Gàmbara, da sotto il letto, disse con voce misteriosa:
“E uno!”
Il servo impallidì e scappò via.
Entrò il secondo.
“E due!”
Anche lui fuggì, terrorizzato.
Quando entrò il terzo, Gàmbara sussurrò:
“E tre!”
Ora i servi erano convinti: l’astrologo aveva scoperto tutto!
I tre tornarono da Gàmbara, con gli occhi bassi e una borsa d’oro tra le mani.
“Vi preghiamo, grande astrologo, non dite nulla al Re! Siamo gente povera e volevamo rivendere l’anello. Ecco dell’oro per il vostro silenzio!”
Gàmbara prese la borsa e rispose:
“Non vi tradirò, ma fate esattamente ciò che vi dico: prendete l’anello e fatelo inghiottire al tacchino del cortile. Poi lasciate fare a me.”
I servi eseguirono.
Il giorno dopo, Gàmbara si presentò al Re e annunciò con aria solenne:
“Dopo lunghe ricerche, ho scoperto dov’è il vostro anello, Maestà.”
“Dove?!”
“L’ha inghiottito un tacchino!”
Il Re ordinò di controllare e… l’anello era davvero nello stomaco del tacchino!
Felicissimo, il Re riempì Gàmbara di oro e ricchezze e organizzò una grande festa in suo onore.
Durante il banchetto, un servitore portò in tavola un piatto strano: dei crostacei rossi mai visti prima, che il Re si era fatto portare per l’occasione e che ben conosceva il nome.
Il Re, curioso, guardò Gàmbara e disse:
“Tu che sei un grande astrologo, saprai sicuramente come si chiamano questi!”
Il povero Gàmbara non ne aveva mai visti in vita sua. Guardò il piatto, poi sospirò e borbottò tra sé:
“Ah, Gàmbara, Gàmbara… ora finiremo male!”
Il Re batté le mani, entusiasta:
“Incredibile! Si chiamano proprio così: gamberi! Sei il più grande astrologo del mondo!”
Morale della storia
Essere furbi, a volte, vale più che sapere tante cose!
Nota: tratta la fiaba originale di Italo Calvino “Il contadino astrologo (Mantova)”.