Un giorno, il corvo Ciro trovò un pezzo di carne succulento e lo afferrò con il becco. Felice della sua conquista, si posò su un ramo alto per gustarselo in pace.
La volpe Carmela, che passava di lì, notò Ciro e il suo bottino. Con occhi furbi, pensò: “Devo trovare un modo per ottenere quella carne.“
Si avvicinò all’albero e, con voce dolce, esclamò:
“Oh, Ciro, che uccello straordinario sei! Le tue piume sono nere e lucenti come il velluto, e il tuo portamento è nobile. Tra tutti gli uccelli, solo tu meriti di essere il re!”
Ciro gonfiò il petto, orgoglioso delle lodi.
“Ma c’è una cosa,” continuò Carmela con astuzia. “Un vero re degli uccelli deve avere una voce potente e melodiosa. Peccato che io non abbia mai avuto il piacere di sentirti cantare. Se solo potessi ascoltare il tuo magnifico canto, ne sarei certa!”
Ciro, desideroso di dimostrare il suo talento, spalancò il becco e gracchiò forte:
“Craaa! Craaa!”
Ma appena lo fece, il pezzo di carne cadde a terra. Carmela, veloce come il vento, lo afferrò e, mentre si allontanava con un sorriso furbo, disse:
“Ah, caro Ciro, hai una voce forte, ma ti manca l’intelligenza. Se fossi stato più furbo, avresti ancora la tua carne… e forse anche un trono!”
Ciro rimase sul ramo, mortificato, ripromettendosi di non lasciarsi più ingannare.
Morale
Non lasciare che i complimenti ti facciano perdere di vista ciò che è importante, perché a volte chi ti loda vuole solo approfittarsi di te.
Nota: tratto da “Il corvo e la volpe” di Esopo.