C’era una volta un contadino di nome Luca, che viveva in un piccolo villaggio ai margini di un grande fiume. Luca era un uomo onesto e lavorava duramente ogni giorno per prendersi cura della sua famiglia. Un giorno, mentre tagliava legna vicino al fiume, la sua vecchia scure scivolò dalle sue mani e cadde nell’acqua.
Disperato, Luca si sedette sulla riva del fiume e scoppiò in lacrime. La sua scure era tutto ciò che aveva per guadagnarsi da vivere, e senza di essa non sapeva come avrebbe fatto.
Improvvisamente, dalle profondità del fiume emerse uno Spirito delle Acque. Era una figura luminosa, con lunghi capelli argentati che ondeggiavano come le onde del fiume. Con una voce dolce, lo Spirito chiese:
“Perché piangi, buon uomo?”
Luca rispose:
“Oh, Spirito delle Acque, ho perso la mia scure nel fiume. Era vecchia, ma preziosa per me. Non posso permettermi di comprarne un’altra.”
Lo Spirito delle Acque, commosso dalla sincerità di Luca, si immerse nuovamente nel fiume e riemerse con una scintillante scure d’oro.
“È questa la tua scure?” chiese lo Spirito.
Luca scosse la testa e disse:
“No, non è era di certo d’oro la mia scure.”
Lo Spirito si immerse di nuovo e tornò con una scure d’argento.
“È questa la tua scure?” chiese di nuovo.
Luca rispose: “No, neanche questa è la mia scure.”
Alla terza immersione, lo Spirito tornò con la vecchia scure di Luca.
“È questa?” domandò.
Con un sorriso di sollievo, Luca rispose:
“Sì, questa è la mia scure!”
Lo Spirito delle Acque, colpito dall’onestà del contadino, gli disse:
“Poiché sei stato sincero, ti regalo non solo la tua scure, ma anche quella d’oro e quella d’argento.”
Luca ringraziò lo Spirito con tutto il cuore e tornò al villaggio con le tre scuri. Quando mostrò ai suoi amici il dono dello Spirito e raccontò loro ciò che era accaduto, un altro contadino, di nome Faustino, decise di fare lo stesso.
Faustino, però, non era un uomo onesto. Pensava solo al guadagno facile. Si recò al fiume, gettò volutamente la sua scure nell’acqua e si mise a piangere ad alta voce, sperando di attirare l’attenzione dello Spirito.
Come previsto, lo Spirito delle Acque apparve e chiese:
“Perché piangi, buon uomo?”
Carlo rispose: “Ho perso la mia scure nel fiume.”
Lo Spirito si immerse nel fiume e tornò con una scure d’oro.
“È questa la tua scure?” chiese.
Con avidità, Faustino gridò: “Sì, è la mia scure! Ridammela subito!”
Lo Spirito delle Acque lo guardò con occhi severi e disse:
“Menti, uomo. Questa non è la tua scure. Per punire la tua malafede, non ti restituirò nemmeno quella tua vera”
E con un balzo, lo Spirito scomparve nel fiume, lasciando Faustino a mani vuote.
Da quel giorno, Faustino imparò una lezione importante: l’onestà viene sempre ricompensata, mentre la menzogna porta solo alla perdita.
Morale della favola
Essere sinceri e onesti è sempre la scelta migliore. La verità può portare ricompense inaspettate, mentre la disonestà porta solo guai.
Fonte: tratto da una favola di Tolstoj “Il contadino e lo spirito delle acque” pubblicato su “I quattro libri di lettura”.
Scure: attrezzo simile all’accetta, ma più grande con manico di legno. Viene usata generalmente con due mani e serve per tagliare alberi.