C’era una volta un vecchio asino chiamato Zeppo, che per anni aveva portato sacchi al mulino per il suo padrone. Con il tempo però, il povero asino diventò vecchio e debole, e il suo padrone decise di sbarazzarsi di lui, ma Zeppo era astuto: capì che il padrone non aveva buone intenzioni, e decise di fuggire dalla stalla. Con un ultimo sguardo alla vecchia fattoria, prese la strada verso Brema, dove sognava di diventare un suonatore ambulante.
Mentre camminava, incontrò un cane da caccia, disteso a terra e ansimante. “Cosa ti è successo, amico Bracco?” chiese Zeppo.
“Ah, caro Zeppo!” rispose il cane. “Il mio padrone vuole liberarsi di me perché sono vecchio e non riesco più a cacciare come una volta. Sono scappato, ma ora non so dove andare né come procurarmi del cibo.”
“Non preoccuparti,” disse Zeppo. “Sto andando a Brema per fare il suonatore. Vieni con me! Io suonerò il liuto e tu potresti battere i timpani. Che ne dici?”
Il cane accettò con entusiasmo, e i due amici ripresero il cammino insieme. Non avevano fatto molta strada quando incontrarono un gatto dal muso malinconico.
“Ehi, gatto, perché sei così triste?” chiese Zeppo.
“Come posso essere di buon umore?” rispose quello sospirando. “La mia padrona voleva affogarmi perché ormai sono vecchio e non prendo più i topi. Appena mi ha girato le spalle, sono scappato. Ma adesso sono qui e non so come vivere.”
“Perché non vieni con noi?” propose Zeppo. “Siamo diretti a Brema per formare una banda musicale. Con la tua voce, potresti essere un ottimo tenore.”
Il gatto ci pensò un po’, poi accettò e si unì al gruppo. I tre amici proseguirono il loro viaggio, quando incontrarono un gallo che cantava disperato.
“Ehi, gallo, perché canti così forte?” chiese Zeppo.
“Canto per dare l’ultimo saluto al mondo,” rispose il gallo tristemente. “Domani la massaia mi vuole mettere in pentola per la festa della Madonna. Sto facendo un’ultima cantatina per tirarmi su il morale.”
“Vieni con noi!” esclamò Zeppo. “Stiamo andando a Brema a formare una banda. Con la tua voce, saresti perfetto per completare il gruppo.“
Il gallo, trovando l’idea allettante, si unì al gruppo e insieme i quattro amici ripresero il cammino.
Dopo una lunga giornata di viaggio, giunsero in un bosco e decisero di fermarsi per la notte. L’asino e il cane si sdraiarono sotto un albero, il gatto si arrampicò su un ramo, e il gallo si sistemò in cima per fare da sentinella. Mentre il gallo osservava l’orizzonte, notò una luce in lontananza e chiamò i suoi amici.
“C’è una luce laggiù. Forse è una casa! Potremmo trovare un posto più comodo dove passare la notte,” disse.
Gli amici si incamminarono verso la luce, e ben presto si trovarono davanti a una casetta. L’asino, essendo il più alto, si avvicinò alla finestra per sbirciare dentro. Vedeva una tavola apparecchiata con cibo e vino, e dei briganti intenti a godersi la cena.
“Amici,” sussurrò Zeppo, “là dentro c’è una cena squisita! Sarebbe proprio quello che ci serve!”
“Ma come faremo a scacciare quei briganti?” chiese il gallo.
Dopo un breve consiglio, escogitarono un piano. Zeppo appoggiò le zampe anteriori alla finestra, Bracco saltò sul suo dorso, il gatto si mise sopra il cane, e il gallo volò fino alla cima della strana piramide. A un segnale convenuto, iniziarono tutti a fare il maggior rumore possibile: l’asino ragliava, il cane abbaiava, il gatto miagolava, e il gallo gridava “chicchiricchì” a squarciagola. Sembrava un concerto infernale!
Spaventati da quei terribili rumori e dal caos, i briganti si alzarono in preda al panico e scapparono nel bosco, convinti che la casa fosse infestata da spiriti. I quattro amici, felicissimi, entrarono e si sedettero a tavola, godendosi un lauto banchetto.
Quando ebbero mangiato a sazietà, spensero la luce e si sistemarono per dormire: Zeppo si sdraiò sulla paglia, Bracco si accovacciò vicino alla porta, il gatto si rannicchiò vicino al camino, e il gallo trovò un posatoio nel pollaio.
Nel frattempo, i briganti, sentendosi sciocchi per essersi spaventati così, decisero di mandare uno di loro a controllare la casa. Quando il brigante entrò, vide due occhi luminosi e pensò fossero delle braci, così si avvicinò per accendere un fiammifero. Ma erano gli occhi del gatto, che si lanciò su di lui graffiandogli il viso. Terrorizzato, il brigante cercò di scappare, ma Bracco gli afferrò una gamba e lo morsicò. Nel cortile, inciampò e si trovò di fronte Zeppo, che gli assestò un calcio poderoso, mentre il gallo strillava “chicchiricchì” dal tetto.
Il brigante fuggì a gambe levate, tornando dal capo e raccontando di essere stato attaccato da spiriti terrificanti. Da allora, i briganti non ebbero più il coraggio di avvicinarsi alla casa.
I quattro amici, contenti di aver trovato un luogo sicuro e pieno di cibo, decisero di rimanere lì per sempre. E da quel giorno vissero felici insieme, suonando, mangiando e godendosi la loro nuova casa.