Cric e Croc – Fiaba di Italo Calvino

La fiaba di Cric e Croc, due ladri astuti in un'avventura ricca di ingegno, colpi di scena e una preziosa morale!

C’era una volta, in un paese lontano, un ladro molto famoso di nome Cric. Era così abile che nessuno era mai riuscito a catturarlo! Ma Cric voleva conoscere un altro ladro altrettanto bravo: Croc.

“Se ci uniamo,” pensava, “diventeremo imbattibili!”

Un sera decise quindi di cenare in un’osteria che Croc era solito frequentare. Si sedette al tavolo con uno sconosciuto. A un certo punto, guardò l’ora e si accorse che… il suo orologio era sparito!

“Solo un ladro bravissimo poteva prendermelo senza che me ne accorgessi!” pensò Cric. “Deve essere certamente Croc!” E senza farsi vedere, rubò la borsa di denaro dello sconosciuto.

Quando fu il momento di pagare, lo sconosciuto frugò nelle tasche e si accorse che la sua borsa era sparita. Guardò Cric e sorrise:

“Ah! Allora tu sei Cric!”

“E tu sei Croc!” rispose Cric.

“Sì, proprio io!”

“Perfetto! Ruberemo insieme!” concluse Cric.

Così diventarono amici e decisero di compiere il colpo più grande: rubare il tesoro del Re! Il palazzo era pieno di guardie, ma loro scavarono un tunnel segreto e riuscirono a prendere tutto l’oro.

Il Re, disperato, non sapeva cosa fare. Chiamò un vecchio ladro in prigione, Portacalcina, e gli disse: “Se mi aiuti a trovare i colpevoli, ti lascerò libero e ti farò marchese!”

Portacalcina rispose: “Sono certo che siano Cric e Croc! Facciamo così: alziamo il prezzo della carne a cento monete d’oro! Chiunque la comprerà, avrà sicuramente i soldi del furto.”

Il piano funzionò: un frate andò a comprare la carne. Ma Portacalcina capì subito:

“Ecco! Deve essere Cric… o Croc travestito! Ora andrò per la città vestito da mendicante e chi mi darà carne da mangiare, sarà il ladro!”

Portacalcina trovò la casa di Cric e la segnò con un segno rosso. Ma Cric, che era molto furbo, si accorse della cosa e fece lo stesso su tutte le porte della città. Alla fine nessuno sapeva più quale fosse la casa giusta!

Ormai erano passati mesi, Cric e Croc avevano sperperato tutto il denaro rubato e Il Re decise allora di tendere una trappola: fece mettere una tinozza piena di pece bollente in fondo alla scala del tesoro. “Se tornano a rubare, ci cadranno dentro!” pensò.

Cric e Croc, rimasti senza soldi, decisero di tornare a rubare. Croc entrò per primo… e finì dritto nella tinozza! Cric cercò di tirarlo fuori, ma non ci riuscì. Così gli tagliò la testa e la portò via per non farlo riconoscere.

Il giorno dopo, il Re trovò il corpo senza testa e si disperò.

“Non possiamo sapere chi era!” esclamò.

Ma Portacalcina ebbe un’altra idea: “Facciamo trascinare il cadavere per tutta la città! Dove sentirai qualcuno piangere, lì troveremo il colpevole.”

Quando il corpo passò davanti alla casa di Croc, sua moglie scoppiò in lacrime. Cric capì il pericolo e, per coprire tutto, cominciò a rompere piatti e a litigare con la donna. Quando arrivarono le guardie, videro solo una normale lite domestica e se ne andarono.

Il Re, stanco di questi trucchi, fece un proclama: “Perdonerò il ladro se riuscirà a rubarmi le lenzuola mentre dormo!”

Cric accettò la sfida. Costruì un fantoccio, lo vestì con i suoi vestiti e lo fece calare davanti alla finestra del Re con una corda. Il Re lo vide e, credendo fosse Cric, sparò con il fucile! Il corpo cadde giù e il Re corse giù per le scale a controllare. Ma intanto Cric era già nella sua stanza e gli aveva già rubato le lenzuola!

Il Re dovette ammettere che Cric era il più furbo di tutti. Così mantenne la promessa: gli diede il perdono e, per farlo smettere di rubare, gli fece sposare sua figlia, la principessa.

Morale della storia

Anche chi è molto furbo alla fine può trovare qualcuno più furbo di lui. Ma essere onesti è sempre la scelta migliore, o potrebbe andarci male come è successo a Croc.

Nota: ispirata alla fiaba originale di Italo Calvino “Cric e Croc (Monferrato)

~Fine~
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