C’era una volta una bambina golosa che si chiamava Maria e tutti i giorni andava a scuola di cucito.
Una mattina la bambina si svegliò tutta felice perché a scuola si sarebbe festeggiato il Carnevale, avrebbe mangiando frittelle e bevuto aranciata. Prima di iniziare la lezione la maestra disse alle bambine:
“Prima finite la maglia, poi faremo festa e mangeremo le frittelle.”
Maria che non sapeva fare la maglia, chiese di andare in bagno, e si addormentò sul water.
Quando si svegliò tornò in classe, ma le altre bambine si erano mangiate tutte le frittelle e avevano bevuto tutta l’aranciata, così lei inizio a piangere forte tornando a casa dalla mamma in lacrime:
“Mamma! Sigh… sigh… a scuola hanno mangiato tutte le frittelle…sigh… e hanno bevuto tutta l’aranciata, sigh…” e le raccontò tutta la storia.
“Orsù non piangere! Ti farò io le frittelle” disse la mamma“va’ dallo Zio Lupo, a chiedere se ci presta la padella”.
La bambina si incamminò per il bosco e arrivò alla casa di Zio Lupo.
Bussò: « Toc, toc »ma nessuno rispose, così riprovò più forte
« Toc, toc, toc»
“Chi è?” Rispose una voce profonda
“Sono Maria! Mi serve la padella per fare le frittelle!”
“Aspetta che mi metto i mutandoni.”
Maria attese per un po’, ma nessuno si fece sentire, e allora ribussò.
« Toc, toc »
“Chi è?”
“Sono Mariaaaa!”
“Aspetta che mi metto il camicione.”
Passarono altri minuti e la bambina ribussò di nuovo
« Toc, toc »
“Chi è?”
“Sono Mariaaaa!”
“Aspetta che mi metto i pantaloni.”
“Ma quanto ci mette questo Zio Lupo ad aprire!” Disse la bambina spazientita
« Toc, toc, toc, toc… »
“Chi è…..?”
“Sono Mariaaaa!”
“Aspetta che mi metto le ciabattone!”
“Uffa!!!” Disse Maria e aspetto ancora un attimo prima picchiare contro la porta senza sosta.
“Arrivooo!!!!!” Gridò lo Zio Lupo.
Quando finalmente la porta si aprì apparve un lupo gigantesco, pieno di peli, brutto e con uno sguardo severo.
“Chi è che mi disturba con questo fracasso?”
“Sono Maria, la mamma mi manda a chiedere la padella per fare le frittelle, perché a scuola me le hanno mangiate tutte” ma non finì la frase che si rimise a piangere. Lo zio per non sentire frignare più la bambina disse:
“Io te la presto, ma in cambio voglio un cesto pieno di frittelle, con una pagnotta di pane e un fiasco di vino.”
“Sì, sì, sì, grazie!” Rispose Maria.
Maria corse a casa più veloce che potè. La mamma cucinò montagne di frittelle, poi preparò il cestino per lo Zio Lupo e disse alla bambina che stava per addentare una frittella:
“Prima porta le frittelle e il cesto allo Zio Lupo, poi torna a casa e potrai mangiarne quante ne vorrai.”
La bambina si incamminò per la seconda volta verso casa dello Zio, ma a metà strada la sua pancia brontolò per la fame, dal cestino arrivava un profumino delizioso
“Oh che buon profumino! E se ne assaggiassi una? Tanto non se ne accorgerà!”
La bambina ne mangiò una, poi ne assaggio un’altra e un’altra ancora, finché se le mangiò tutte, e per accompagnarle finì tutto il pane e per mandarle giù si bevve anche il vino.
“Oh no!!!!! E adesso che faccio?” Si chiese quando si accorse che aveva mangiato e bevuto tutto.
Si guardò intorno e vide delle polpette di somaro.
“Mmm… queste assomigliano alle frittelle”. Le raccolse e le mise dentro il cesto, poi trovò un sasso grande quanto una pagnotta di pane e, infine, riempì il fiasco con l’acqua sporca di una pozzanghera.
Quando arrivò a casa dello Zio Lupo ribussò.
«Toc, toc, toc»
“Chi è?” Rispose una voce profonda.
“Sono Maria!”
“Aspetta che mi metto i mutandoni”.
Dopo un pò Maria ribussò.
«Toc, toc»
“Chi è?”
“Sono Mariaaaa!”
“Aspetta che mi metto la camicia”.
Passo qualche minuto e la bambina ribussò di nuovo.
«Toc, toc»
“Chi è?”
“Sono Mariaaaa!”
“Aspetta che mi metto i pantaloni.”
“Ma quanto ci mette questo Zio Lupo ad aprire!” Disse la bambina spazientita.
« Toc, toc »
“Chi è…?”
“Sono Mariaaaa!”
“Aspetta che mi metto il camicione!”
“Uffa!!!” Disse Maria e aspetto ancora un attimo prima di ribussare.
«Toc, toc»
“Chi è?”
“Sono Mariaaaa!”
“Aspetta che mi metto i ciabattoni!”
Quando lo Zio Lupo aprì, Maria consegnò il cestino e fece per andarsene, ma lo zio la fermò:
“Aspetta un attimo, prima voglio assaggiare!”
Zio Lupo assaggiò una frittella.
“Puecc! Ma questa è polpetta di somaro!”
E Sputò a terra la cacca, così prese il fiasco di vino per per togliersi il sapore di bocca, ma…
“Puecc! Ma questa è acqua sporca!”
Poi addenta un pezzo di pane e:
“Puecc!” Gli caddero tutti denti!
Guardò la bambina con occhi di fuoco e disse:
“tanotte ti bengo a bangiae!” (senza denti parlava un pò strano).
La bambina corse a casa da sua mamma:
“ Mamma, mamma… Stanotte lo Zio Lupo ha detto che viene e mi mangia!”
La mamma cominciò a chiudere tutti i buchi della casa perché Zio Lupo non potesse entrare, ma si dimenticò di chiudere il camino.
Quando fu notte e la bambina era già a letto, si sentì la voce di Zio Lupo da fuori.
“Maria, Maria sono vicino a casa!”
La bambina si chiuse nella sua cameretta spaventata.
Poi si sentì un gran baccano, lo zio stava tentando di aprire tutte le porte e le finestre, ma niente.
“Maria, Maria sono sul tetto!” E Maria si nascose con la testa sotto le coperte tremando sempre più forte.
Poi si senti un tonfo e dei passi avvicinarsi
“Maria, Maria sono dentro casa!”
La bambina si nascose sotto le coperte
“Aiuto!!” Disse in un sussurro.
“Maria, Maria sono davanti alla tua camera!”
La porta con un cigolio si aprì e lo zio fece ancora qualche passo, finché arrivò davanti al letto della bambina che trattenne il respiro:
“Maria, Maria adesso ti mangio! Gnam!”
La bambina gridò così forte che la mamma corse nella sua camerata e la svegliò. Aveva fatto un brutto sogno! Maria raccontò alla mamma ciò che aveva sognato e da quel giorno decise che non sarebbe stata più così ingorda e golosa.
Fine
Nota: Questa storia è molto speciale per me, me la raccontava la mia maestra della scuola dell’infanzia, in un modo così coinvolgente e divertente che fu come un fulmine a ciel sereno, avevo capito cosa volevo fare da grande! Oggi sono una maestra anche io, e come lei racconto questa favola ai miei bambini con lo stesso spirito, riscontrando lo stesso successo di allora e insegnando ai bambini che essere golosi e ingordi non porta a nulla di buono.