La spada nella roccia

La magica fiaba di Artù, il ragazzo destinato a diventare re, guidato dal saggio Merlino e dalla leggendaria spada nella roccia.

C’era una volta, in un regno lontano, un giovane ragazzo di nome Artù. Viveva in un castello insieme a suo fratello adottivo, Kay, e al burbero ma giusto Sir Ector. Artù era un ragazzo gentile e curioso, sempre pronto ad aiutare e desideroso di imparare. Ma nessuno sapeva che il destino aveva in serbo per lui una grande sorpresa!

L’incontro con Merlino

Un giorno, mentre si aggirava nel bosco alla ricerca di una freccia che Kay aveva perso durante la caccia, Artù si smarrì. Camminò a lungo finché non trovò la freccia conficcata sul tetto storto di una casetta con le finestre tonde. Bussò timidamente alla porta e, con grande sorpresa, gli aprì un vecchio con una lunga barba bianca e un buffo cappello a punta.

“Benvenuto, giovane viandante!” disse il vecchio con un sorriso. “Io sono Merlino, il mago. E tu chi sei?”

“Mi chiamo Artù, signore, e mi sono perso nel bosco,” rispose il ragazzo.

Merlino lo osservò attentamente e poi annuì, come se avesse capito qualcosa di molto importante. “Allora sei capitato nel posto giusto! Vieni, ti insegnerò qualcosa di speciale.”

Merlino divenne così il maestro di Artù. Gli insegnò la magia della conoscenza, la saggezza della natura e l’importanza del coraggio. Per farlo, lo trasformava spesso in diversi animali.

Prima lo trasformò in un pesce, facendolo nuotare in un fiume impetuoso. “Impara a seguire la corrente senza resistere inutilmente, ma anche a nuotare contro di essa quando è necessario per sopravvivere,” spiegò il mago. Artù capì che la forza fisica non sempre bastava, e che serviva anche intelligenza e strategia.

Poi Merlino lo trasformò in un uccello, facendolo volare alto nel cielo. “Vedi il mondo da una nuova prospettiva, Artù. Un buon re deve saper osservare tutto dall’alto, senza fermarsi solo alle apparenze.” Artù sperimentò la libertà del volo e apprese l’importanza di guardare oltre l’orizzonte.

Successivamente, il mago lo trasformò in una formica. Artù si trovò immerso in un formicaio brulicante di attività e imparò il valore della cooperazione. “Nessun re può governare da solo, Artù. Deve affidarsi a chi gli sta accanto e lavorare insieme agli altri.”

Infine, Merlino lo trasformò in uno scoiattolo. Artù dovette imparare a muoversi rapidamente sugli alberi, a raccogliere provviste e a proteggersi dai predatori. “Un re deve essere sempre pronto e previdente, pensando non solo al presente, ma anche al futuro.”

“Ricorda, Artù,” gli diceva Merlino, “il vero re è colui che pensa prima agli altri e poi a sé stesso.”

La spada nella roccia

Nel frattempo, il re d’Inghilterra era morto senza lasciare eredi. Il regno era nel caos, e i nobili non riuscivano a mettersi d’accordo su chi dovesse succedergli. Fu allora che apparve miracolosamente una grande spada conficcata in una roccia. Su di essa era incisa una scritta: Chi estrarrà questa spada dalla roccia sarà il legittimo re d’Inghilterra.

Molti cavalieri provarono a estrarla con tutte le loro forze, ma nessuno ci riuscì. Persino Kay e Sir Ector si recarono in città per assistere alla prova. Ma nessuno riuscì nell’impresa, e dopo pochi giorni tutto il popolo cominciò a dimenticarsi della spada, rimanendo senza un Re a governare.

Un giorno venne organizzato un gran torneo nel regno, e Artù doveva fare da scudiero a Kay. Poco prima del suo turno, Artù si accorse di aver dimenticato la spada al castello. Kay andò su tutte le furie e ordinò al ragazzo di procurarne una il prima possibile. Artù corse in cerca di un’arma e si imbatté nella spada nella roccia.

“Proverò a prenderla!” disse tra sé e sé. Afferrò l’elsa e, senza sforzo, la spada scivolò fuori dalla roccia come se fosse stata fatta apposta per lui.

Quando tornò con la spada, tutti rimasero a bocca aperta. “Dove hai preso questa spada?” chiese Sir Ector, riconoscendo subito l’arma.

“Era conficcata in una roccia,” rispose ingenuamente Artù. “L’ho solo tirata fuori, perché Kay ne aveva bisogno.”

La folla si radunò intorno a lui, incredula. Alcuni vollero che ripetesse l’impresa, quindi tornarono alla roccia e ancora una volta, la spada scivolò fuori senza difficoltà.

Il destino di un re

Allora tutti si inginocchiarono davanti a lui. “Lunga vita al re!” gridarono in coro.

Ma Artù, ancora giovane e inesperto, non capiva cosa tutto questo significasse. Fu Merlino a spiegarglielo.

“Ora sei il re, Artù. Ma essere re non è un onore, è un dovere. Dovrai guidare il popolo con saggezza, proteggere i deboli e far trionfare la giustizia.”

Artù annuì, consapevole della grande responsabilità che gli era stata affidata. E con il tempo, imparò a essere non solo un re, ma un simbolo di speranza per tutto il regno.

Con l’aiuto di Merlino e dei suoi fedeli cavalieri, Artù fondò la leggendaria Tavola Rotonda, un consiglio di uomini valorosi che combattevano per la giustizia e per il bene di tutti.

E così, con la sua spada e il suo grande cuore, Artù visse per sempre nella storia come il più nobile e giusto dei re.

Nota: versione adattata ai bambini che riassume il romanzo “La spada nella roccia” (The Sword in the Stone)  di Terence Hanbury White pubblicato nel 1938, e ispirato dal film Disney “La spada nella roccia” 1963.

~Fine~
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