C’era una volta, in un regno lontano, una giovane regina che amava trascorrere i pomeriggi d’inverno accanto a una finestra incorniciata d’ebano, ricamando con fili di seta. Un giorno, mentre ricamava, si punse il dito e una goccia di sangue cadde sulla tela di lino bianca come la neve. Guardando quella goccia rossa sulla tela, la regina espresse un desiderio: avere una figlia con la pelle bianca come la neve, labbra rosse come il sangue e capelli neri come l’ebano.
Il desiderio della regina si avverò, e dopo nove mesi nacque una bambina con quelle stesse caratteristiche. La chiamò Biancaneve. Purtroppo, poco dopo la nascita della bambina, la regina morì a causa delle complicazioni del parto.
La regina cattiva
Il re, desideroso di assicurare una figura materna a Biancaneve, si risposò con una donna molto bella, ma estremamente vanitosa e crudele. La nuova regina possedeva uno specchio magico a cui chiedeva continuamente: “Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. Lo specchio rispondeva sempre che era lei la più bella, fino a quando un giorno le rivelò che Biancaneve, ormai cresciuta, era ora lei la più bella del reame.
In preda alla gelosia, la regina ordinò a un cacciatore di portare Biancaneve nel bosco, ucciderla e portarle il cuore come prova. Il cacciatore, però, non ebbe il coraggio di farlo. Quando portò Biancaneve nel bosco le disse di fuggire lontano, e poi uccise un cinghiale, portando alla regina il cuore dell’animale come prova.
I sette Nani
Biancaneve vagò nel bosco fino a trovare una piccola casa nascosta tra gli alberi. Stanca e affamata, entrò e trovò del cibo già preparato sul tavolo. Dopo aver mangiato, si addormentò in uno dei sette piccoli letti. Quella casa apparteneva a sette nani, che lavoravano ogni giorno in una miniera. Quando tornarono e trovarono Biancaneve, dopo un primo momento di sorpresa, decisero di accoglierla. In cambio, Biancaneve li aiutava con le faccende domestiche.
La vita scorreva serena fino a quando la regina scoprì, grazie allo specchio magico, che Biancaneve era ancora viva.
Decisa a eliminarla, si travestì e andò alla casa dei nani, approfittando quando loro erano in miniera. La prima volta, si finse una venditrice ambulante e strinse una cintura intorno alla vita di Biancaneve fino a farla svenire, e poi scappò via. Fortunatamente i sette nani tornarono in tempo, tolsero la cintura e fecero rinvenire la povera Biancaneve.
La seconda volta, si travestì da zingara e le conficcò tra i capelli un pettine avvelenato. Ma anche stavolta i nani le salvarono la vita lavando i capelli di Biancaneve con acqua calda.
La terza volta, invece, la regina arrabbiata più che mai, si travestì da contadina e offrì a Biancaneve una mela avvelenata per metà. Per convincerla che fosse buona, ne assaggiò la parte non avvelenata. Così Biancaneve, fiduciosa, al primo morso cadde in un sonno profondo simile alla morte. Quando tornarono i nani, non riuscendo a svegliarla in nessuno modo, disperati la misero in una bara di cristallo e la posero su una collina.
L’arrivo del principe
Tempo dopo, un principe passò di lì e, vedendo Biancaneve, si innamorò della sua bellezza. Chiese ai nani di poterla portarla al suo castello. In un primo momento, i nani si rifiutarono, ma poi convinti dal sincero amore del principe accettarono.
Mentre i servi trasportavano la bara, uno inciampò facendo cadere Biancaneve, e il pezzo di mela avvelenata uscì dalla sua bocca facendola risvegliare. I suoi occhi incrociarono quelli del principe e fu amore a prima vista. Ben presto, dopo aver raccontato tutto quello che le era successo e vissuto giorni di quiete al castello, Biancaneve e il Principe decisero di sposarsi.
Alla cerimonia fu invitata anche la regina cattiva che, non sapendo che la sposa fosse Biancaneve, accettò l’invito. Quando la vide, rimase impietrita e, per punizione, il principe la costrinse a indossare scarpe di ferro incandescenti e a ballare fino a cadere a terra stremata.
Biancaneve visse felice per sempre e, ogni tanto, poiché di buon cuore, andava a trovare la regina rinchiusa nelle segrete del castello portandole del cibo e tante mele.
Morale della storia
Non è l’aspetto esteriore a definire la vera bellezza, ma il cuore gentile e l’animo puro. Chi compie il bene sarà sempre ricompensato, mentre chi si lascia guidare dall’invidia e dalla cattiveria finirà per essere sopraffatto dalle proprie azioni.
Nota: Biancaneve o Nevolina è una popolare fiaba europea scritta dai fratelli Grimm nel 1812, e pubblicata nella raccolta “Le fiabe del focolare“. La storia è nota soprattutto grazie al film Disney Biancaneve e i sette nani.