In una calda savana, il maestoso leone Rugo dormiva profondamente sotto l’ombra di un grande baobab. All’improvviso, il piccolo topo Tito, correndo all’impazzata, gli passò sul dorso.
Rugo si svegliò di soprassalto e con un ruggito afferrò Tito con una zampa. “Chi osa disturbare il sonno del re della savana?” ruggì il leone, fissando il topolino tremante.
“Perdonami, grande Rugo!” implorò Tito. “Non volevo disturbarti. Se mi lasci andare, un giorno potrei aiutarti!”
Il leone scoppiò in una risata fragorosa. “Tu? Un minuscolo topo, aiutare me, il re della savana? È la cosa più buffa che abbia mai sentito!”
Ma trovando divertente l’audacia del topo, Rugo decise di lasciarlo andare. “Vattene, piccolo! Non dimenticherò mai questa tua promessa assurda.”
Qualche tempo dopo, Rugo cadde in una trappola tesa da cacciatori. Le corde lo immobilizzavano, legandolo stretto a un albero. “Aiuto!” ruggì disperato, ma nessuno sembrava sentirlo.
Tito, che stava nelle vicinanze, riconobbe il ruggito di Rugo. Corse subito verso il leone intrappolato. “Rugo, non temere! Sono qui per aiutarti!” gridò il topo.
Tito cominciò a rosicchiare le corde con i suoi piccoli denti affilati. Con pazienza e determinazione, riuscì a liberare il leone.
Rugo si alzò in piedi, incredulo. “Non avrei mai pensato che un topo potesse salvare la mia vita,” disse. “Grazie, Tito. Mi hai insegnato una lezione importante.”
Tito sorrise. “Te l’avevo detto, Rugo. Anche i più piccoli possono fare grandi cose.”
Morale
Non sottovalutare mai chi è più piccolo o debole di te. Anche i più umili possono compiere grandi imprese.
Nota: tratta dalla favola “il leone e il topo” di Esopo.