C’era una volta un Re che viveva in un grande castello con sua figlia Nancy, la principessa più dolce e bella che si potesse immaginare. Una notte, però, la principessa scomparve senza lasciare traccia. Il Re, disperato, fece un grande annuncio in tutte le piazze del regno:
“Chiunque ritroverà mia figlia sarà ricompensato con una fortuna e l’avrà in sposa!”
Molti coraggiosi si misero alla ricerca, ma nessuno riusciva a trovare la principessa Nancy. Avevano cercato ovunque: nei boschi, sulle montagne, persino nelle città più lontane. Ma di lei non c’era nessuna traccia.
Un giorno, un capitano di mare, famoso per i suoi lunghi viaggi, ebbe un’idea. “Se non è sulla terra, potrebbe essere stata portata via dal mare! Armerò una nave per cercarla!”. Preparò un grande vascello, ma quando cercò marinai disposti a partire con lui, nessuno accettò.
“Il viaggio è troppo pericoloso,” dicevano tutti. “Non si sa nemmeno se torneremo vivi.”
Sul molo, però, c’era un uomo particolare. Si chiamava Baciccin Tribordo, un vagabondo noto per non avere mai lavorato davvero e per passare le giornate nelle osterie a bere vino. Il capitano, disperato, lo notò e gli chiese:
“Tu, vuoi venire con me sulla mia nave?”
“Certo!” rispose Baciccin con un sorriso.
E così, vedendo Baciccin salire a bordo, altri marinai si fecero coraggio e accettarono di unirsi al viaggio.
Il viaggio e l’isolotto misterioso
La nave salpò e iniziò a solcare i mari, ma il viaggio era lungo e difficile. Gli uomini si lamentavano spesso, e Baciccin non aiutava di certo: passava le giornate a guardare il mare con le mani in tasca, sognando le osterie. “È solo un peso morto,” borbottavano i marinai. Anche il capitano cominciò a stufarsi.
Un giorno, il capitano indicò un piccolo isolotto roccioso in mezzo al mare. “Baciccin, prendi la scialuppa e vai a esplorarlo,” gli ordinò. “Noi aspetteremo qui vicino.”
Baciccin obbedì, ma appena scese sullo scoglio, la nave se ne andò, lasciandolo solo in mezzo al mare.
L’isolotto sembrava deserto, ma Baciccin notò una caverna nascosta tra le rocce. Decise di entrare. Nel fondo della caverna trovò una bellissima ragazza legata con delle catene. “Chi sei? Come sei arrivata qui?”, chiese Baciccin, incredulo.
“Sono la figlia del Re!” rispose lei. “Sono stata rapita da un polpo gigante che vive in questa caverna. Ogni giorno si trasforma in un pesce per tre ore, poi in un gabbiano, e infine torna a essere un polpo. Devi fare attenzione: se non lo uccidi mentre è un pesce, si trasformerà in un gabbiano e fuggirà via.”
Baciccin decise di aiutarla. Si nascose dietro una roccia, aspettando che il polpo tornasse. Poco dopo, l’enorme creatura uscì dal mare, con i suoi tentacoli che avvolgevano tutto lo scoglio. Ma, come aveva detto la principessa, dopo poco si trasformò in un pesce e sparì nell’acqua.
La battaglia con il polpo magico
Baciccin lanciò la rete da pesca, che aveva sulla scialuppa, per tutta la sera, finché la riuscì a catturare il pesce. Ma proprio mentre stava per colpirlo con un remo, il pesce si trasformò in un gabbiano e cercò di volare via. Baciccin fu rapido: con un colpo di remo ferì il gabbiano, che cadde a terra con un ala rotta. Prima che potesse trasformarsi di nuovo, Baciccin lo colpì più volte, finché il polpo non fu sconfitto.
La principessa, finalmente libera, gli diede un anello con un diamante come segno della sua gratitudine. “Grazie Baccinin, ora portami da mio padre”, lo supplicò.
Il ritorno e il tradimento
Baciccin e la principessa salirono sulla scialuppa, ma erano in mezzo al mare e non avevano idea di come tornare. Dopo ore di remate, avvistarono una nave. Agitarono un pezzo di stoffa legata su un remo, e la nave li raggiunse. Era la stessa nave da cui Baciccin era stato abbandonato.
Il capitano, vedendo la principessa, decise di prendersi il merito del salvataggio, e organizzò un piano: fece ubriacare Baciccin con tanto vino, finché lui non si addormentò. Poi, con l’aiuto dei marinai, lo gettò in mare.
Il matrimonio
Il capitano portò la principessa al castello, raccontando al Re di averla salvata lui e gli fu promessa in sposa. Nancy non era molto contenta, ma le nozze con il capitano furono organizzate in gran fretta. Ma proprio nel giorno del matrimonio, mentre il corteo avanzava, un uomo coperto di alghe uscì dal mare. Aveva pesci nelle tasche e alghe che gli coprivano il corpo: era Baciccin Tribordo!
Baciccin si fece avanti e mostrò al Re l’anello della principessa. Nancy, sorridendo, disse:
“Lui è il mio vero salvatore. È lui che mi ha liberata!”
Il capitano fu arrestato immediatamente e Baciccin sposò la principessa. Anche se era ancora vestito di alghe e con dei molluschi in tasca, al suo fianco sembrava un vero eroe.
Morale della storia
Non giudicare mai le persone dalle apparenze. Anche chi sembra inutile può dimostrare un cuore coraggioso e fare grandi cose.
Nota: tratta dalla fiaba originale “L’uomo verde d’alghe” (Riviera ligure di ponente) di Italo Calvino.