Masino e la barba del Conte – Italo Calvino

Gli abitanti di Pocapaglia chiedono aiuto a Masino per sconfiggere la Maschera Micillina. Con intelligenza e coraggio svelerà il mistero.

C’era una volta un piccolo paese chiamato Pocapaglia, costruito in cima a una collina così ripida che gli abitanti dovevano appendere un sacchetto sotto la coda delle galline per non perdere le uova che, altrimenti, sarebbero rotolate giù nei boschi!

Gli abitanti di Pocapaglia erano persone tranquille, gentili e pacifiche. Ma i paesi vicini li prendevano in giro, dicendo che erano lenti e creduloni. I Pocapagliesi però rispondevano sempre con un sorriso: “Aspettate che torni Masino, e vedrete chi avrà l’ultima parola!”

Masino era il più furbo del paese, amato da tutti. Quando era piccolo, sua mamma lo aveva immerso in un bagno di vino caldo per dargli forza, e suo padre aveva scaldato quel vino con un ferro di cavallo rosso fuoco, per dargli resistenza. Poi lo avevano avvolto in un guscio di castagna ancora verde, per donargli intelligenza. Così Masino era diventato forte e astuto!

Un giorno, mentre Masino era lontano, accaddero cose strane a Pocapaglia: ogni sera, i contadini tornavano dal pascolo senza le loro mucche e i loro buoi! Si diceva che una strega, la Maschera Micillina, si nascondesse nel bosco e con un solo soffio facesse sparire gli animali. I contadini avevano paura e iniziarono ad accendere grandi falò per spaventarla, ma lei arrivava lo stesso, li faceva svenire e portava via il bestiame.

I Pocapagliesi erano disperati e decisero di chiedere aiuto al Conte, un uomo ricco che viveva in una grande casa con tanti soldati.

“Signor Conte, aiutateci! La Maschera Micillina ruba le nostre bestie!” supplicarono.

Ma il Conte, mentre quattro soldati gli pettinavano la lunga barba, rispose: “Io sono il Conte e conto per tre! Se la Maschera non l’ho mai vista, vuol dire che non esiste!”

Poi ordinò ai suoi soldati di cacciar via i contadini. Tristi e scoraggiati, decisero che l’unica speranza era chiamare Masino. Gli scrissero una lettera e la mandarono fino in Africa, dove si diceva che fosse.

Dopo qualche tempo, una sera mentre erano riuniti attorno al falò, Masino tornò! Tutti lo accolsero con feste e vino caldo. Ascoltò la loro storia e poi disse:

“Ora farò tre domande. Poi, a mezzanotte, andrò a prendere la Maschera Micillina e la porterò qui.”

Chiamò il barbiere: “Quanti sono venuti da te questo mese?”

E il barbiere rispose: “Barbe lunghe e barbe corte, barbe molli e barbe storte. Capelli ricci e capelli brutti, le mie forbici li han tagliati tutti!”

Poi chiese al ciabattino: “Hai riparato molte scarpe?”

“Ahimè,” disse il ciabattino “Facevo zoccoli di legno e cuoio, ben ribattuti chiodo per chiodo. Facevo scarpe di seta e serpente, ma ora non hanno soldi e non mi fanno fare più niente!”

Infine chiese al cordaio: “Quante corde hai venduto?”

E il cordaio: “Corde ritorte, corde filate, corde di paglia a strisce e intrecciate, corde da pozzo, di vimini e spago. Grosse come un braccio, sottili come un ago, forti di ferro, molli di strutto, in questo mese ho venduto tutto!”

Masino sorrise, si distese accanto al fuoco e disse: “Ora dormo un po’. A mezzanotte svegliatemi.”

E così gli abitanti fecero silenzio, a mezzanotte, Masino si alzò, sbadigliò, bevve una tazza di vino caldo, sputò tre volte nel fuoco e si incamminò verso il bosco.

I Pocapagliesi rimasero in attesa, aspettarono finché il fuoco si spense. Poco dopo, Masino tornò… trascinando il Conte per la barba! Il Conte piagnucolava e si dimenava, chiedendo pietà.

“Ecco la Maschera Micillina!” annunciò Masino. “Non era una strega, ma il Conte travestito!”

I contadini rimasero a bocca aperta. “Ma come faceva a tramortirci con un soffio?”

Masino rise. “Non era un soffio! Vi dava una leggera bastonata sulla testa con un bastone coperto di stoffa. Per questo non sentivate dolore subito, ma svenivate!”

I contadini erano furiosi. “Lo puniremo! Lo legheremo a un palo! Lo chiuderemo in una botte!”

Masino li fermò: “No! Gli animali torneranno ai loro proprietari e, da oggi in poi, il Conte passerà ogni notte nel bosco a raccogliere legna per voi! “

E così fu. Il Conte diventò un taglialegna notturno, e i Pocapagliesi non ebbero più paura.

Masino, invece, ripartì per il suo giro del mondo, sempre pronto ad aiutare chi ne aveva bisogno.

Morale

Le paure spesso nascono da ciò che non conosciamo. Ma con intelligenza e coraggio, possiamo scoprire la verità e superarle!

Nota: tratta dal racconto originale “La barba del Conte (Bra)” di Italo Calvino inserita nella raccolta Fiabe Italiane

~Fine~
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Manu

Manu

Ciao sono Manuela e sono un insegnante di scuola materna. Leggere per me è un divertimento oltre che un modo per rilassarmi, sopratutto mi diverte drammatizzare le letture ai miei alunni cambiando talvolta le trame e i finali, o inventando storie per divertirli e appassionarli alla lettura, coinvolgendoli anche nella creazione. Amo viaggiare e tutto ciò che è musica.

-Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme. Insieme valgono di più.-
(Massimo Gramellini)

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