Il pappagallo raccontastorie – Italo Calvino

Una ragazza sola, un pappagallo parlante e un re malvagio: una fiaba avvincente dove l'astuzia e la pazienza trionfano sull'inganno.

C’era una volta un mercante che doveva partire per un lungo viaggio. Prima di andare, si rivolse alla sua amata figlia e le disse:

“Figlia mia, io parto, ma tu devi promettermi che non uscirai di casa e non aprirai a nessuno fino al mio ritorno.”

La ragazza annuì, ma il suo cuore era triste.

“Caro papà, mi sentirò sola. Vorrei tanto un amico con cui parlare mentre sei via.”

Proprio quella mattina, aveva visto un bellissimo pappagallo su un albero vicino alla finestra. Il mercante, che amava sua figlia più di ogni cosa, decise di accontentarla e andò subito a comprare un pappagallo da un vecchio venditore.

“Ecco qui, mia cara! Questo pappagallo ti farà compagnia fino al mio ritorno.”

La ragazza era felice e cominciò a parlare con il pappagallo ogni giorno. Lui sapeva raccontare storie meravigliose e la faceva ridere e sognare.

Il mercante partì e, appena fu lontano, un Re malvagio, che voleva sposare la ragazza contro la sua volontà, iniziò a studiare un piano. Mandò una vecchia con una lettera, ma quando bussò alla porta, la ragazza era impegnata ad ascoltare il pappagallo.

“Non posso leggere lettere fino al ritorno di mio padre. Adesso voglio ascoltare la storia del pappagallo!”

Il pappagallo iniziò il suo racconto:

“C’era una volta una principessa che aveva una bambola identica a lei. La portava sempre con sé, e nessuno sapeva chi fosse la vera principessa e chi la bambola. Un giorno, mentre viaggiavano in carrozza insieme al Re, furono attaccati da nemici. Il Re fu ucciso e la principessa fu rapita, mentre la bambola rimase nella carrozza.”

La ragazza era rapita dalla storia, mentre fuori il servitore tornava dal Re con la lettera non letta. Il Re non si arrese e mandò un’altra persona, ma la ragazza, sempre intenta ai racconti del pappagallo, non le diede retta per ascoltare il continuo della storia.

“La principessa pianse così tanto che i nemici decisero di lasciarla andare. Da sola, trovò rifugio nella corte di una Regina che la prese a servizio volendole bene come ad una figlia. Ma le altre serve erano gelose e la misero nei guai, dicendole di domandare alla Regina di suo figlio e dove fosse. Ma il figlio era morto anni orsono e la regina aveva proibito di parlarne in tutto il regno. Quando la principessa lo fece, la Regina si infuriò e la condannò a morte.”

“Oh no!” esclamò la figlia del mercante. “E poi cosa accadde?”

“La principessa fu rinchiusa in un sotterraneo e lì, a mezzanotte, vide quattro maghi che portavano a spasso un giovane prigioniero. Era il figlio della Regina, che credeva morto!”

Bussarono di nuovo alla porta. “Signorina, c’è una vecchia che dice di essere sua zia!”

“Non posso ricevere nessuno! Devo sapere cosa succede al principe!”

Il pappagallo continuò: “La principessa raccontò tutto alla Regina, che mandò dodici soldati a uccidere i maghi e a salvare suo figlio. Per riconoscenza, la Regina voleva che la principessa lo sposasse, ma lei rifiutò e partì per una nuova città, vestita da uomo.”

Nel frattempo Il Re malvagio provò a mandare un altro messaggero, ma la ragazza non aprì la porta, voleva sapere come finiva la storia.

“In quella città, il figlio del Re era malato e nessuno sapeva guarirlo. Ogni notte, a mezzanotte, cadeva in un sonno agitato. La principessa, fingendosi medico, scoprì che sotto il suo letto c’era una botola e, scendendo, trovò una vecchia strega che faceva bollire il cuore del principe in una caldaia. Furtivamente, lo recuperò e lo fece mangiare al principe, che guarì.”

“Che coraggiosa!” esclamò la figlia del mercante.

“Il Re, per gratitudine, voleva che sposasse suo figlio, ma la principessa rifiutò e ripartì. Arrivò in un’altra città dove il principe era diventato muto improvvisamente e nessuno riusciva a capirne il motivo. Ogni notte, due streghe gli toglievano una pietra dalla bocca e lui parlava, ma all’alba gliela rimettevano e tornava muto.”

Bussarono di nuovo alla porta, ma la ragazza non ci badò.

“La principessa si nascose sotto il letto e attese la notte successiva, rubò la pietra e il principe guarì. Anche qui volevano farla sposare, ma lei partì di nuovo. Infine, arrivò in un regno dove il Re era impazzito per una bambola trovata nel bosco, identica alla principessa. Lei si fece avanti e il Re, vedendola, capì che era lei la sua vera sposa!”

La storia era finita, e proprio in quel momento si udì un’altra voce alla porta: “Figlia mia, sono io, tuo padre!”

La ragazza corse ad aprire e abbracciò il mercante.

“Brava la mia bambina, non hai aperto la porta a nessuno! E il pappagallo?”

Quando si voltarono, al posto del pappagallo c’era un bel giovane.

“Signor mercante, io sono un Re. Sapevo che un altro Re malvagio voleva rapire sua figlia, quindi mi sono trasformato in pappagallo per proteggerla. Ora il pericolo è passato, e vorrei chiedere la sua mano.”

Il mercante e la figlia acconsentirono con gioia e si celebrarono le nozze. Il malvagio Re, vedendo il suo piano fallire, si arrabbiò così tanto da andarsene per sempre.

E vissero tutti felici e contenti!

Morale della storia

Avere pazienza e ascoltare le persone giuste può salvarci dai pericoli. E a volte, le storie più belle ci portano verso un lieto fine inaspettato!

Nota: ispirata alla fiaba originale di Italo Calvino “Il pappagallo (Monferrato)”.

~Fine~
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