La Principessa e il Sorcetto Magico – Italo Calvino

Una principessa, un topolino e un incantesimo: scopri come l'amore vero svela il mistero e trasforma il destino.

C’era una volta un re che aveva una figlia bellissima. Tanti principi e re volevano sposarla, ma ogni notte una voce misteriosa sussurrava al re:

 “Non maritare tua figlia! Non maritare tua figlia!”.

Il re, spaventato, non la diede in sposa a nessuno.

La principessa non capiva: “Perché non posso sposarmi? Sono così bella!”.

 Un giorno disse al padre: “Se non mi trovi un marito entro due giorni, io me ne andrò!”.

Il re sospirò: “Va bene! Mettiti il tuo vestito più bello, affacciati alla finestra e il primo che ti guarderà sarà tuo marito”.

La principessa fece come le aveva detto il padre. Ma chi passò per la strada? Un topolino con una lunga coda puzzolente! Il sorcetto alzò gli occhi e la guardò. 

La principessa, spaventata, corse dal padre: “Oh no! Un topolino mi ha guardata! Non posso sposarlo!”.

Il re rimase fermo: “Una promessa è una promessa! Lui sarà tuo marito”. E mandò gli inviti per le nozze.

Arrivò il giorno del matrimonio e tutti gli ospiti erano seduti a tavola. Ma lo sposo non si vedeva. Poi si sentì un “Toc toc” alla porta.

Un cameriere aprì e vide il sorcetto. “Chi sei?”.

“Sono lo sposo della principessa!” rispose il topolino.

Tutti risero, ma il re ordinò: “Rispettate il fidanzato di mia figlia!”.

Il sorcetto saltò sulla sedia, ma era troppo piccolo per arrivare al tavolo. Gli misero un cuscino, ma non bastava. Allora saltò sul tavolo e cominciò a mangiare dai piatti degli ospiti.

Una dama elegante esclamò: “Che orrore! Un topolino che mangia nel mio piatto!”.

Il sorcetto si arrabbiò, saltò sulla tavola e cominciò a girare veloce, colpendo tutto con la sua coda puzzolente. A ogni colpo, qualcosa spariva: gli ospiti, il palazzo, il re… rimase solo un grande prato vuoto.

La principessa si ritrovò sola in questa grande pianura e iniziò a piangere e gridare: “Sorcetto mio! Prima non ti volevo e ora ti desidero!”. 

E ripetendo queste parole cominciò a camminare, senza sapere dove andare. Dopo un po’che vagava, incontrò un vecchio saggio. 

“Dove vai, ragazza? Qui ci sono i leoni e i mostri!”.

“Devo trovare il mio sorcetto!” disse la principessa.

“Non so che dirti, ragazza mia, – disse l’eremita. – Cammina finché non trovi un eremita più vecchio di me che forse potrà darti un consiglio.Cerca un altro saggio, lui ti aiuterà” rispose il saggio.

E lei continuò a camminare, sempre ripetendo: “Ahimè, sorcetto mio…” finché non trovò l’altro.

Saggio che le disse: 

“Sai cosa devi fare? Scava un buco per terra, ficcati là dentro, e poi vedi un po’ quel che succede.”

La principessa scavò con una forcina e si infilò nel buco. Si ritrovò in un palazzo sotterraneo bellissimo. Camminò tra stanze di cristallo e oro, finché non si sentì stanca e si addormentò.

Durante la notte, sentì un rumore: “Squit squit”. 

Qualcosa le sfiorava il viso. Era il sorcetto! Ma lei non parlò.

La seconda notte accadde di nuovo, ma ancora non disse niente.

La terza notte, sussurrò: “Sorcetto mio, prima non ti volevo e ora ti desidero!”.

Una voce rispose: “Accendi la luce”.

Accese la candela e vide… un bellissimo principe!

 “Un incantesimo mi aveva trasformato in topolino! Solo una ragazza che mi amasse davvero poteva liberarmi”.

La principessa sorrise felice. Uscirono insieme dal palazzo sotterraneo e si sposarono.

Morale 

Non giudicare dalle apparenze, perché dietro qualcosa di piccolo e strano può nascondersi una grande sorpresa!

Nota: dalla fiaba originale di Italo Clavino “Il sorcetto con la coda che puzza” (Caltanissetta)

~Fine~
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Manu

Manu

Ciao sono Manuela e sono un insegnante di scuola materna. Leggere per me è un divertimento oltre che un modo per rilassarmi, sopratutto mi diverte drammatizzare le letture ai miei alunni cambiando talvolta le trame e i finali, o inventando storie per divertirli e appassionarli alla lettura, coinvolgendoli anche nella creazione. Amo viaggiare e tutto ciò che è musica.

-Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme. Insieme valgono di più.-
(Massimo Gramellini)

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