Ludovico e il Vulcano nel Cuore

Ludovico impara a gestire la rabbia e le emozioni con l’aiuto della maestra, insegnando ai bambini l'importanza di esprimere i sentimenti."

Ludovico era un bambino silenzioso.
Non piangeva mai, non urlava mai, non faceva i capricci.

Quando qualcosa andava storto, Ludovico stringeva i pugni, chiudeva la bocca e guardava in basso.
Dentro di lui, però, sentiva qualcosa crescere, un calore strano, come un fuoco, un emozione che non sapeva gestire.

Un giorno, durante una mattina in classe, Ludovico stava costruendo una torre altissima con i mattoncini, era concentrato, felice.
Ma Matteo, correndo per sbaglio, urtò il tavolo e… CRASH!
La torre cadde tutta a terra.

“Eh vabbè, era solo una torre!” disse Matteo ridendo.
I bambini attorno sghignazzarono.

Ludovico abbassò lo sguardo. Il cuore batteva forte. Il calore dentro di lui aumentava.
Il vulcano stava per svegliarsi.

“Va tutto bene,” sussurrò.
Ma non andava bene per niente.

“Ludovico?” chiese la maestra Rosa, avvicinandosi piano.

Ludovico tremava. Le lacrime gli pungevano gli occhi.
Poi, all’improvviso, il suo vulcano esplose.

“NON È SOLO UNA TORRE!” urlò con tutta la voce che aveva.
“ERA MIA! L’AVEVO FATTA CON CURA! E NESSUNO MI ASCOLTA MAI!”

Tutti rimasero zitti.
La maestra Rosa non si spaventò. Si sedette accanto a lui e disse con voce calma:

“Capisco, Ludovico. È giusto arrabbiarsi quando qualcosa ci fa stare male. “

Ludovico la guardò, sorpreso.
“Non è brutto essere arrabbiati?”

“No, tesoro,” rispose Rosa. “È brutto tenere tutto dentro. Le emozioni sono come un vulcano: se non parliamo, prima o poi BOOM!”

Ludovico respirò a fondo. Il cuore si calmava un po’.

La maestra Rosa si guardò intorno e disse:

“Sapete bambini, tutti noi abbiamo dentro un piccolo vulcano. A volte si riempie di rabbia, tristezza o paura.”
Fece una pausa, poi continuò con dolcezza:
“Ma se ne parliamo, se diciamo come ci sentiamo, il vulcano non ha bisogno di esplodere. Possiamo aiutarlo a stare calmo.”

Alcuni bambini annuirono piano.
Matteo si fece avanti piano piano.
“Scusa, Ludovico. Non volevo farla cadere. Posso aiutarti a ricostruirla?”

Ludovico annuì.
“Va bene. Ma stavolta… stai attento.”

Tutti risero.

Poi la maestra prese dei fogli colorati e li mise al centro del tappeto.
“Adesso ognuno di voi può disegnare il suo vulcano. Uno felice, uno calmo, uno che respira piano…”

I bambini si sedettero in cerchio e cominciarono a disegnare.
C’erano vulcani blu, verdi, con fiori e persino con gli occhiali!

Ludovico usò il pennarello rosso.
Disegnò un piccolo vulcano con due occhietti dolci e un grande sorriso.

E quella sera, tornando a casa, disse piano alla mamma:
“Oggi il mio vulcano ha parlato.”

Morale


Le emozioni non vanno nascoste. Quando le raccontiamo, ci sentiamo meglio… e il vulcano dentro di noi torna a sorridere.

~Fine~
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Manu

Manu

Ciao sono Manuela e sono un insegnante di scuola materna. Leggere per me è un divertimento oltre che un modo per rilassarmi, sopratutto mi diverte drammatizzare le letture ai miei alunni cambiando talvolta le trame e i finali, o inventando storie per divertirli e appassionarli alla lettura, coinvolgendoli anche nella creazione. Amo viaggiare e tutto ciò che è musica.

-Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme. Insieme valgono di più.-
(Massimo Gramellini)

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