Bluffo cerca una casa e alla fine trova un amico

Bluffo è un mostro in cerca di casa, quando finalmente trova il posto giusto, troverà anche una famiglia con cui giocare

C’era una volta un mostro molto gentile di nome Bluffo, era grande, morbido e dal pelo blu brillante. Bluffo viveva da sempre in una vecchia soffitta piena di ragnatele, ma era stanco di quella polvere e di quei scricchiolii. Sognava una casa accogliente dove stare comodo e al caldo. Così un giorno decise di mettersi in cerca di una nuova dimora.

Gironzolando tra le case del quartiere, vide una finestra aperta. Era la finestra della stanza di un bambino di nome Checco. Entrò in punta di piedi, cercando di fare meno rumore possibile e pensò che il miglior posto dove potersi sistemare fosse sotto il letto.

Ma c’era un problema: il letto era troppo piccolo, e lui… beh, era troppo grande. Si piegò, cercò di rannicchiarsi il più possibile, ma niente da fare. Parte della sua schiena e della sua coda spuntavano da sotto il letto.

Checco, che stava leggendo un libro, vide un ciuffo di pelo blu spuntare ai piedi del letto e, con il cuore in gola, gridò: “MAMMAAAA! C’è un mostro sotto il mio letto!”

La mamma arrivò con la scopa in mano. Bluffo, vedendola arrivare, fece un gran salto ribaltando tutto per lo spavento e fuggì via, rotolando per il pavimento e borbottando: “Oh mammasaura, qui finisce male!”

Il mostro si guardò intorno e pensò: “Mmm, forse potrei nascondermi dietro quella tenda.” Così si infilò dietro la tenda della finestra. Si accoccolò bene, pensando che nessuno lo avrebbe visto lì.

Ma non si era accorto che quella tenda era quasi trasparente, e la sua ombra non lo nascondeva per niente! Checco lo notò subito e, per la seconda volta, gridò: “Mamma, è tornato il mostro!”

La mamma, temeraria, arrivò, scostò la tenda e con voce decisa disse: “Ehi tu! qui non puoi stare!” e Bluffo, sconsolato, se ne andò via da quella stanza, poi vide che la porta dell’armadio era socchiusa,“Sì, qui potrei stare tranquillo,” pensò. Aprì piano piano la porta e si rannicchiò tra i vestiti. “Ah, questo è davvero comodo e profumato!”

Checco, rientrò in camera, aprì l’armadio per prendere il suo pigiama e si trovò davanti due grandi occhi tondi e pelosi che lo fissavano. “Mamma! Il mostro è nell’armadio!”

La mamma arrivò, sempre con la scopa, e Bluffo, che ormai aveva capito l’antifona, uscì con aria rassegnata e si allontanò.

“Magari se mi metto sotto il tappeto non mi vede nessuno!” pensò dopo qualche minuto. E così si infilò, cercando di appiattirsi il più possibile. Ma il tappeto era piccolo e sottile, e tutto il suo corpo peloso lo sollevava da terra come una montagnetta blu!

Checco, che si era ormai abituato a quel gioco, scoprì subito il mostro sotto il tappeto e, con un sorriso complice, chiamò la mamma sottovoce, poi insieme gridarono: “Tana per il mostro!”

Questa volta Bluffo non scappò. Si mise seduto a terra con un’espressione triste e disse: “Non voglio spaventare nessuno, davvero. Cercavo solo un posto comodo per stare.”

Checco guardò la mamma e poi Bluffo. Gli dispiaceva un po’ per quel mostro che, in fondo, sembrava simpatico. “Mamma, non possiamo aiutare Bluffo a trovare una casa?” chiese.

La mamma sorrise. “Forse possiamo farlo,” rispose. “Ma prima deve promettere di non far più paura.”

Bluffo si illuminò e annuì subito con entusiasmo. “Oh, lo prometto! Non voglio più spaventare nessuno!”

Da quel momento in poi, Checco e la mamma iniziarono a giocare a nascondino con Bluffo. Facevano finta di cercarlo e contavano insieme: “Uno, due, tre… Bluffo, stiamo arrivando!” Il mostro cercava sempre di nascondersi sotto il divano, dietro la lampada del salotto, o dentro lo sgabuzzino delle scope, ma finivano sempre tutti a ridere quando lo scoprivano.

Alla fine la mamma ebbe un’idea. Prese una vecchia coperta e creò per Bluffo un comodo giaciglio in un angolino della stanza, dove non dava fastidio a nessuno. Così Bluffo aveva trovato il suo posto senza spaventare più Checco.

E fu così che, da quella notte in poi, Checco non ebbe più paura dei mostri, perché aveva imparato che, a volte, anche loro hanno solo bisogno di un po’ di compagnia e di una casa accogliente.

~Fine~
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Manu

Manu

Ciao sono Manuela e sono un insegnante di scuola materna. Leggere per me è un divertimento oltre che un modo per rilassarmi, sopratutto mi diverte drammatizzare le letture ai miei alunni cambiando talvolta le trame e i finali, o inventando storie per divertirli e appassionarli alla lettura, coinvolgendoli anche nella creazione. Amo viaggiare e tutto ciò che è musica.

-Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme. Insieme valgono di più.-
(Massimo Gramellini)

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