C’era una volta una mamma anatra di nome Marta che viveva in un laghetto tranquillo pieno di fiori e canne alte. Un giorno, Marta era molto emozionata, perché le sue uova stavano per schiudersi! Da tanto aspettava questo momento e non vedeva l’ora di vedere i suoi anatroccoli.
Finalmente, una mattina d’estate, le uova iniziarono a rompersi una dopo l’altra. Marta osservava attentamente mentre uno dopo l’altro uscivano i suoi piccoli anatroccoli: pulcini gialli e soffici, che la salutavano con un piccolo “Qua qua!”
“Benvenuti, piccolini miei!” esclamò Marta felice, mentre i suoi anatroccoli le si stringevano attorno. Ma notò che un uovo, il più grande di tutti, non si era ancora schiuso. Marta si chiese cosa stesse succedendo e si mise ad aspettare.
Dopo un po’, l’ultimo uovo iniziò a rompersi, e ne uscì un anatroccolo molto diverso dagli altri. Non era giallo e soffice come i suoi fratellini, ma era grigio, con piume arruffate e lunghe zampe sproporzionate. Anche il suo becco era più lungo e largo. Quando cercò di fare “Qua qua,” la sua voce uscì stonata e gracchiante.
Gli altri anatroccoli lo guardarono stupiti e un po’ intimoriti. “Ma che brutto che è!” sussurrò uno di loro.
Marta, però, guardò il suo piccolo con tenerezza. “Non importa come appare,” pensò. “È pur sempre il mio piccolino.”
Gli diede il nome Grigino e gli fece una carezza con il becco. “Benvenuto anche a te, Grigino,” disse dolcemente.
I Giorni Difficili di Grigino
Nei giorni successivi, gli anatroccoli iniziarono a esplorare il laghetto insieme a mamma Marta. Tutti erano curiosi di vedere i nuovi arrivati, e anche gli altri animali del laghetto vennero a dare un’occhiata.
Appena gli altri animali videro Grigino, iniziarono a sussurrare e ridacchiare. Le papere e i pesciolini lo guardavano con curiosità e un po’ di disprezzo.
“Ma guarda quanto è brutto!” disse una papera scuotendo le piume. “Non sembra nemmeno un anatroccolo!”
“Non parliamo poi di quel becco e di quelle zampe,” aggiunse un ranocchio ridendo. “È proprio strano!”
Grigino sentì ogni parola e abbassò lo sguardo, sentendosi sempre più triste e solo. Anche i suoi fratellini, che all’inizio lo avevano accolto, ora lo evitavano e ridevano di lui.
Un giorno, uno dei suoi fratellini gli disse: “Perché non te ne vai, Grigino? Sei così diverso da noi. Non sei bello e non sei neanche bravo a nuotare!”
Grigino, ferito da quelle parole provò a rispondere: “Ma io… io sto solo cercando di imparare. Non sono cattivo!”
Ma i fratellini risero ancora e lo lasciarono indietro. Marta cercava di consolarlo, ma era difficile per Grigino sentirsi accettato quando tutti continuavano a prenderlo in giro.
La Fuga del brutto anatroccolo
Passarono i giorni, e Grigino si sentiva sempre più triste. “Forse non sono fatto per stare qui,” pensò. Così, una sera, mentre il sole tramontava e tutti dormivano, decise di scappare. Si avventurò fuori dal laghetto, attraversando i campi e boschi, senza sapere dove andare.
Dopo tanto vagare, arrivò in un prato dove incontrò delle oche. Erano gentili e lo invitarono a stare con loro.
“Vuoi unirti a noi?” chiese un’oca di nome Greta. “Siamo libere di andare dove vogliamo!”
Grigino, contento di trovare un po’ di gentilezza, accettò. Ma poco dopo, dei cacciatori arrivarono nel prato, spaventando le oche. Grigino riuscì a scappare, ma era di nuovo solo.
L’Incontro con la Vecchia Signora
Dopo giorni di vagabondaggio, Grigino trovò una piccola casetta. Era stanco e infreddolito, così si avvicinò e bussò delicatamente alla porta. Una vecchia signora aprì e guardò il piccolo anatroccolo grigio con curiosità. “Oh, chi sei tu, povero piccolo?” chiese.
Grigino rispose timidamente: “Mi chiamo Grigino, e non ho una casa.”
La signora sorrise con gentilezza. “Beh, vieni dentro, piccolo mio. Io sono Nonna Rosa, e qui c’è sempre posto per chi ne ha bisogno.”
Grigino si sentì al sicuro per la prima volta dopo tanto tempo, tuttavia presto scoprì che anche lì non sarebbe stato facile.
Infatti, insieme a Nonna Rosa vivevano un gatto e una gallina. Nerone, il gatto, lo guardava con disprezzo. “Non sai miagolare, non sai neanche cacciare,” disse. “Cosa sai fare?”
Berta, la gallina, rise. “Io faccio le uova, il gatto caccia i topi, e tu, brutto anatroccolo, cosa fai?”
Grigino non sapeva cosa rispondere. Ancora una volta, si sentiva diverso, inutile, e persino un po’ triste. Dopo qualche giorno, decise di andarsene di nuovo.
L’Inverno Solitario di Grigino
L’inverno era ormai alle porte e il freddo si faceva sentire. Grigino vagò per i campi e i boschi, cercando un posto caldo, ma dovette affrontare il gelo e la neve da solo.
Spesso trovava piccoli stagni dove riusciva a nuotare, ma l’acqua si ghiacciava rapidamente. Il povero Grigino era esausto e infreddolito, e pensava che non sarebbe mai stato felice come gli altri animali.
La Magica Primavera
Finalmente, dopo tanti mesi di freddo e solitudine, la primavera tornò, e con essa il calore del sole e il canto degli uccelli. Grigino, ormai cresciuto, si sentiva diverso, anche se non sapeva perché. Aveva sofferto tanto, ma ora aveva una nuova forza.
Mentre camminava lungo uno stagno, vide alcuni magnifici cigni bianchi che nuotavano con grazia. Erano splendidi, con piume candide e eleganti colli lunghi. Grigino li ammirava con stupore.
“Allontanati, Grigino,” si disse. “Loro non vorranno mai stare con uno come te.”
Ma uno dei cigni lo notò e si avvicinò. “Perché sei solo?” chiese gentilmente.
Grigino, un po’ timoroso, rispose: “Io… sono troppo brutto per stare con voi.”
Il cigno rise dolcemente. “Brutto? Guarda la tua immagine nell’acqua.”
Grigino si avvicinò all’acqua e guardò il suo riflesso. Con grande sorpresa, non vide più un brutto anatroccolo grigio. Vide un cigno, bianco e maestoso, proprio come quelli nello stagno.
“Ma… quello sono io?” esclamò Grigino incredulo.
“Sì,” rispose il cigno. “Tu sei uno di noi.”
Grigino si sentì sopraffatto dalla gioia. Non era più solo né diverso: era diventato un bellissimo cigno. Gli altri cigni lo accolsero con affetto, e finalmente trovò la sua vera famiglia. Ora sapeva chi era davvero.
Morale
Grigino aveva imparato una grande lezione: a volte, le difficoltà ci aiutano a scoprire chi siamo davvero. Anche se gli altri non ci accettano o ci giudicano per il nostro aspetto, c’è sempre qualcosa di speciale dentro di noi, che un giorno verrà alla luce.
Ricorda di non giudicare te stesso o gli altri dall’apparenza. Ciò che è dentro di noi è spesso più bello e speciale di quanto crediamo.