In un bosco fatato, tre fratelli – Marco, Alex e Pietro – passeggiavano tra fiori colorati e profumati. Intorno a loro c’erano tanti conigli, tante talpe e tantissime farfalle.
Ad un certo punto, uno scoiattolo attraversò il prato suonando una piccola tromba dorata. Appena la musica si diffuse nell’aria, accadde qualcosa di straordinario, una magia: dal terreno spuntarono tantissimi funghi ballerini che iniziarono a saltellare e girare su se stessi come in una danza scatenata.
I conigli, incuriositi, decisero di seguirlo e cercarono di arrampicarsi sugli alberi. Ma, ahimè, con quelle zampette corte era impossibile! Scivolavano e cadevano, ma non si arresero.
Le talpe, invece, spaventate dai funghi danzanti, iniziarono a scavare come forsennate per trovare un rifugio sottoterra.
Le farfalle, elegantissime e precise, svolazzavano sopra il prato, controllando che tutto fosse in perfetto ordine.
“Un po’ più a sinistra, signor fungo!” diceva una. “Talpe, non fate troppi buchi!” avvertiva un’altra.
Dopo tanto camminare e ridere, i tre fratelli uscirono dal bosco e si distesero su un prato per riposarsi.
“Ah, che bello il silenzio della natura!” sospirò Marco.
Ma all’improvviso la terra sotto di loro cominciò a tremare.
“Talpe scavatrici, la smettete di fare buchi sotto di noi?” sbuffò Alex, senza neanche aprire gli occhi.
“Ehm… credo che non siano le talpe,” disse Pietro con un filo di voce, guardando con occhi sgranati.
Dietro di loro, un gigantesco orso stava passeggiando placidamente. Il suo peso faceva tremare tutto! Vedendo i tre bambini scattare in piedi e correre, l’orso pensò che fosse un gioco e iniziò a rincorrerli.
“Più veloce! Più veloce!” gridava Marco.
“Non voltarti!” urlava Alex.
“Forse vuole solo farci il solletico!” azzardò Pietro.
I tre tornarono di corsa nel bosco fatato per nascondersi. L’orsone, non trovandoli, si sedette tristemente e cominciò a piangere.
“Oh oh… forse non voleva farci male,” disse Marco, con un po’ di dispiacere.
Decisero di uscire dal nascondiglio e si avvicinarono all’orso.
“Perché piangi?” chiese Alex.
“Pensavo che voleste giocare con me,” rispose l’orsone tra i singhiozzi.
I tre fratelli si guardarono e, senza esitare, gli diedero un grande abbraccio.
“Ma certo che vogliamo giocare con te!” disse Pietro.
“Come ti chiami?” chiese Alex
“Io sono Gigione!” rispose l’orsone.
“Forza Gigione andiamo a giocare!” Dissero in coro i tre fratelli.
Da quel giorno, l’orsone divenne parte della loro famiglia. Gli costruirono una casetta nel giardino e ogni giorno giocavano insieme e facevano merenda con miele e biscotti.
Morale
L’amicizia può nascere nei modi più inaspettati, basta avere il coraggio di guardare oltre le apparenze!
Nota: Favola di Emanuele(5 anni) della scuola dell’infanzia “Il Giardino delle Meraviglie”