C’era una volta un vecchio airone che viveva vicino a uno stagno splendente, circondato da canne e gigli d’acqua. Lo stagno era un paradiso per i pesci, che nuotavano spensierati tra le acque limpide. Ma per l’airone, ormai anziano, quei giorni felici stavano per finire. Non aveva più la forza di cacciare e il suo stomaco brontolava di fame.
Un giorno, osservando i pesci ignari, l’airone ebbe un’idea. Decise di usare l’astuzia per risolvere i suoi problemi. Si avvicinò al bordo dello stagno e, con un tono preoccupato, disse:
“Amici pesci, ho brutte notizie per voi!”
I pesci, curiosi, si avvicinarono. Uno di loro, un giovane e vivace pesciolino, chiese:
“Che succede, signor Airone?”
“L’ho sentito dagli uomini che passavano qui vicino,” rispose l’airone, scuotendo la testa. “Presto verranno a prosciugare lo stagno! Vogliono portarvi via tutti!”
I pesci si guardarono spaventati, sussurrando tra loro. Una grossa carpa parlò:
“Ma cosa possiamo fare? Non possiamo sopravvivere senza uno stagno!”
L’airone sospirò, fingendo compassione.
“Ho pensato a una soluzione,” disse. “Conosco un altro stagno, nascosto dietro le colline. È tranquillo e sicuro, ma sono vecchio e volare è faticoso. Però… posso portarvi lì, uno alla volta.”
I pesci, credendo all’airone, iniziarono a supplicarlo:
“Porta me! Porta me per primo!”
L’airone cominciò il trasporto. Ogni giorno prendeva un pesce con il suo becco, ma invece di portarlo a uno stagno sicuro, lo lasciava in un campo vicino e lo mangiava. Così, uno dopo l’altro, molti pesci sparirono.
Tra gli abitanti dello stagno viveva un vecchio gambero, che osservava tutto con sospetto, ma anche lui voleva salvarsi. “Qualcosa non torna,” pensò.
Decise di indagare. Avvicinandosi all’airone, disse:
“Porta anche me, signor Airone! Voglio vedere il nuovo stagno.”
L’airone, sicuro del suo piano, lo prese nel becco e si alzò in volo. Quando raggiunse il campo, il gambero notò i resti dei pesci sparsi per terra. Capì immediatamente il pericolo.
Con uno scatto rapido, strinse il collo dell’airone con le sue forti chele e disse:
“Così imparerai a non tradire chi si fida di te!”
L’airone, senza scampo, cadde al suolo. Il gambero tornò allo stagno e raccontò tutto ai pesci superstiti, che lo ringraziarono calorosamente.
Morale
Morale della favola: chi usa l’inganno per il proprio tornaconto finisce per essere smascherato. L’intelligenza e la prudenza sono le armi migliori contro la furbizia.
Nota: favola tratta dall’originale “L’airone, i pesci e il gambero” di Tolstoj.