Gino il porcellino viveva in un paesino tranquillo, situato poco lontano da Kotekinia, una grande metropoli dove lavorava. Ogni mattina partiva per un lungo viaggio verso la città, a bordo della sua sgrufomobile.
Il suo lavoro era davvero speciale: faceva il centralinista. Ma non rispondeva solo a chiamate banali, aiutava le persone con qualsiasi problema, come Nonna Salamina che non riusciva a cambiare la batteria del telecomando, Johnny Guanciale che non riusciva a far partire la lavatrice, e il fornaio Berto Panetto che aveva problemi con il suo nuovo forno multifunzione che sembrava avere più tasti di un pianoforte!
La giornata di Gino era sempre molto impegnativa. Riusciva a rispondere a tutte le telefonate mentre percorreva la strada verso la metropoli. Infatti, la sua sgrufomobile era dotata di un sistema speciale che gli permetteva di chiacchierare con i cittadini senza distogliere gli occhi dalla strada. Ma, purtroppo, questo lo faceva arrivare sempre in ritardo in ufficio.
Gino però era sempre molto produttivo, infatti risolvendo le chiamate mentre era ancora in viaggio, arrivava in ufficio che aveva già sistemato tutte le richieste di aiuto. Passava quindi il resto della giornata a guardare le sue trasmissioni preferite in tv: la Lonza Canestro, il Lancio della Mortadella e C’è Porchetta per te!
Il suo capo, Gustavo, non era per nulla contento dei suoi ritardi, e vedeva Gino poltrire tutto il giorno, senza accorgersi però che aveva già svolto il suo lavoro e di come si era impegnato.
Un giorno, dopo l’ennesimo ritardo, Gustavo si infuriò e prese una decisione:
“Gino, sei licenziato! Non fai altro che oziare in ufficio.”
Il povero porcellino rimase senza lavoro, e senza casa, perché non riusciva più a pagare l’affitto. Si sentiva abbattuto e triste d’animo.
Fortunatamente, la gente di Kotekinia, che aveva sempre apprezzato l’aiuto di Gino, decise di intervenire. Nonna Salamina gli offrì una piccola casetta in campagna, Marcello il macellaio gli regalò delle salsicce, Johnny Guanciale gli procurò una nuova lavatrice, mentre Berto Panetto gli portò una scorta di pane per tutto l’anno.
In poco tempo, anche gli altri abitanti si unirono e cominciarono a dargli una mano, ciascuno con quello che poteva. Grazie all’aiuto di tutti, Gino decise di non arrendersi, e così continuò a fare il suo lavoro da casa: quello di aiutare il prossimo.
Presto, la sua fama si diffuse anche nei paesi vicini e le persone lo chiamavano per avere risposte rapide e soluzioni ai loro guai casalinghi. Le chiamate arrivano senza sosta e Gino decise che era arrivato il momento di creare un servizio di pronto intervento tutto suo. Ci pensò su un po’ ed ebbe un’idea illuminante:
“Lo chiamerò SOS Gino – Porcellino Centralino!” Esclamo con felicità, “Facile da ricordare, affidabile come me e pronto a intervenire per ogni evenienza.”
Le richieste di aiuto crescevano sempre più, e al servizio di Gino si unirono altri porcellini tuttofare, molto generosi e disponibili. Gino continuò a vivere felice aiutando le persone, risolvendo guai e ricordando sempre che, a volte, una porta che si chiude può aprire la strada a un’opportunità ancora migliore!
Morale
La morale della favola ci insegna che non bisogna arrendersi mai, perché anche nei momenti difficili, le buone azioni vengono sempre ricompensate!
(Favola dedicata a Matteo, “ZioHideki”)
Decisamente la mia preferita…. bravissimi
Ci siamo divertiti anche noi in fase di scrittura! ^^