In una foresta antica, dove gli alberi sfioravano le nuvole, vivevano due pipistrelli, Pizzy e Lizzy. La loro casa era una grotta buia, umida e accogliente, nascosta tra le radici di un gigantesco faggio. Ogni notte, quando la luna illuminava le foglie, i due amici si avventuravano fuori, volando tra i rami e ascoltando i suoni della notte. Pizzy era curioso e sempre pronto all’avventura, mentre Lizzy era più prudente e amava ascoltare le storie degli alberi parlanti che proteggevano la foresta.
Gli alberi della foresta non erano come gli altri. Avevano voci profonde e sagge, e custodivano segreti millenari. Erano i guardiani della foresta e conoscevano ogni foglia, ogni fiore e ogni creatura che vi abitava.
Una sera speciale, quella di Halloween, Pizzy convinse Lizzy a fare un giro per la città, per scoprire cosa facessero i bambini in quella notte di festa. Spiccando il volo, attraversarono le fronde degli alberi, che frusciavano al passaggio dei due pipistrelli. “Attenti, amici,” li ammonì Ceppo, il più vecchio degli alberi. “La città è un luogo strano, ma pieno di meraviglie. Andate e portate indietro storie da raccontare.” I pipistrelli salutarono gli alberi e, emozionati, si diressero verso la città illuminata.
La città brillava di luci colorate e le strade erano piene di bambini mascherati che ridevano e scherzavano, mentre raccoglievano dolci. Pizzy e Lizzy si nascosero tra le ombre dei lampioni, osservando con meraviglia quel mondo a loro sconosciuto.
Ma ben presto, un gruppo di bambini li notò. “Guardate, dei pipistrelli!” gridò un bambino di nome Andrea. Il gruppeto incuriosito dai racconti dei loro nonni sulle creature della notte, decisero di seguire quei due strani puntini neri che volavano nel cielo. Così, si avventurarono nella foresta, spinti dalla voglia di scoprire dove fossero diretti i due animaletti.
Giunti all’interno della foresta, i bambini udirono una voce profonda, ma non videro nessuno, intorno a loro c’erano solo alberi, ma ben presto si accorsero che quelli erano proprio speciali perchè parlavano!!! Ebbene sì la voce che sentirono era proprio di Chiomato, un quercia secolare che li accolsero con un sorriso e li invitò a sedersi. “Benvenuti, piccoli umani. Noi siamo i guardiani della foresta. Non abbiate paura.” I bambini, sorpresi ma affascinati, si avvicinarono e Chiomato iniziò a raccontare loro una storia antica sulla foresta, dove ogni creatura, grande o piccola, aveva un ruolo speciale. Prima di lasciarli andare, Chiomato donò ad ognuno di loro una ghianda lucente. “Questa ghianda contiene la saggezza della foresta. Conservatela con amore”.
Salutati gli alberi parlanti il gruppo proseguì il cammino, ritrovandosi di fronte a un gruppo di zucche parlanti. Le zucche tremavano e si nascondevano dietro ai cespugli, sussurrando tra loro. Così Andrea il più coraggioso chiese:
” Come mai vi state nascondendo?” Una zucca, con voce roca, disse: “Shh… Non fate rumore! Non vogliamo che la strega ci trovi!” I bambini risero, ma una zucca, più temeraria delle altre, si avvicinò e disse loro: “Non temiamo i bambini, ma la strega!!! Se ci trova ci cucina nelle sue zuppe magiche! Voi non ci avete visto, mi raccomando! “ In segno di gratitudine, le zucche regalarono loro delle piccole scintille magiche che avrebbero illuminato il loro cammino nella foresta.
Continuando a camminare, i bambini incontrarono un gruppo di ragni fifoni. Erano piccoli, pelosi e cicciotelli e ogni volta che qualcuno si avvicinava troppo, schizzavano un liquido viola in tutte le direzioni. “Attenti! È veleno!” gridò Ivan spaventato, ma Pizzy che li stava accompagnando per la foresta ridacchiò e spiegò loro il segreto dei ragni. “Non è veleno, è succo di mirtillo! È così che si difendono quando hanno paura.” I bambini allora da lontano rassicurarono i ragnetti che piano piano si avvicinarono e si fecero accarezzare, percependo la docilità di quelle creature così diverse da loro. Grati per la gentilezza dei bambini, i ragni regalarono un piccolo barattolo di succo di mirtillo a ciascuno di loro, dicendo: “Portatelo con voi. È dolce e vi ricorderà la foresta.”
A un certo punto, i bambini notarono una figura che si muoveva tra le ombre. Era una strega, con un grande cappello giallo e un mantello verde scuro. Sembrava impegnata a mescolare qualcosa in un grande calderone, ma il profumo che si diffondeva era caldo e invitante. “Oh, ma chi abbiamo qui?” disse la strega con un sorriso gentile. “Benvenuti nella mia cucina! Sono la strega Bertulla, e adoro fare pozioni… di zuppa!” I bambini risero, sorpresi dal suo carattere gentile e cordiale. Bertulla preparò per loro una zuppa calda e gustosa, piena di ingredienti segreti della foresta, e diede loro una piccola pentola per portarla a casa come ricordo. “Questa zuppa vi proteggerà dal freddo e vi darà forza nelle notti di inverno,” disse loro, facendogli l’occhiolino.
Si era fatto ormai tardi così i bambini salutarono la strega Bertulla e, seguiti dai due pipistrelli, tornarono verso l’uscita della foresta. Avevano un sacco di storie da raccontare, e ognuno di loro stringeva i doni ricevuti dagli abitanti della foresta: la ghianda lucente, il succo di mirtillo e la zuppa magica. Giunti a casa, raccontarono agli amici e alle famiglie la loro incredibile avventura, ma nessuno sembrava crederci davvero… finché Andrea non mostrò una foto che aveva scattato con il suo cellulare. In quell’immagine sfocata si vedevano gli alberi parlanti, le zucche, i ragni e persino la strega con il suo calderone.
Morale
Le vere amicizie nascono dalla scoperta e dall’accettazione delle differenze. Anche ciò che all’inizio può sembrare spaventoso o strano, come una foresta misteriosa o una strega, può rivelarsi prezioso e amichevole. La bellezza dell’avventura risiede nell’essere aperti verso gli altri, senza pregiudizi, pronti a conoscere e rispettare anche chi sembra molto diverso da noi.
Ma carinissima! 😍🦇🦇